
IN TRIBUNALE Aveva scontato già 2 anni e 4 mesi di carcere per violenza e aveva un divieto di avvicinamento all’ex moglie e ai tre figli minori.
Ma, incurante del divieto, ha tentato di rimettersi in contatto con la donna. Con la sentenza emessa a giugno 2024 il Tribunale di Asti ha condannato nuovamente l’imputato a 10 mesi di reclusione, al pagamento delle spese processuali e al risarcimento di 5mila euro alla parte civile come “risarcimento dei danni”. Una condanna per la quale la difesa ha deciso di fare appello.
L’uomo, attualmente libero, era stato allontanato dalla casa familiare e sottoposto al divieto di avvicinamento non solo all’abitazione, ma anche ai luoghi frequentati dalla donna. Per sette volte avrebbe approfittato delle chiamate permesse con uno dei figli minori per rivolgersi anche alle donna consapevole della sua presenza durante le telefonate. Il padre avrebbe rivolto domande insistenti ai figli e chiesto in modo esplicito che la chiamata fosse messa in vivavoce per potersi rivolgere alla donna.
La giudice ha deciso che, nonostante non ci sia un vero avvicinamento, la volontà di parlare al telefono con la donna può essere considerato come tale.
La sentenza letta a giugno dalla giudice Elisabetta Chinaglia si aggiunge alla precedente emessa dallo stesso Tribunale.
La vicenda era stata avviata da una querela sporta dalla donna nei confronti dell’ex convivente al termine di una relazione durata 10 anni. La donna avrebbe riportato di vivere in una condizione di violenza e maltrattamenti aggravati spesso dallo stato di ebbrezza alcolica del convivente.
Gli avvocati della donna, Piera Icardi e Giovanni Gatti al termine della sentenza hanno commentato: «Nessuna somma sarà mai in grado di cancellare le cicatrici della sofferenza e della paura provate da questa madre che coraggiosamente ha scelto di denunciare; vista la sensibilità e l’attenzione dimostrata dalla Procura e dai magistrati che si sono avvicendati, speriamo che questa storia possa aiutare altre donne che si trovano in situazioni simili a chiedere aiuto».
Elisa Rossanino
