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Cooperazione medica tra Italia e Cina: le Asl della Granda firmano un accordo con Lvliang

Cooperazione medica tra Italia e Cina: le Asl della Granda firmano un accordo con Lvliang

SANITÀ PUBBLICA Oggi 14 ottobre 2024,  l’Asl Cuneo 1 e l’Asl Cuneo 2 hanno compiuto un passo significativo nel quadro del Piano di azione 2024-2026 per la cooperazione nel settore sanitario tra Cina e Italia, sottoscrivendo un accordo di cooperazione con la Commissione sanitaria municipale di Lvliang (Cina).

La cooperazione prevede la possibilità di migliorare la tecnologia medica e i livelli di servizio attraverso gli scambi di personale medico, della ricerca e della dirigenza sanitaria. Sarà possibile sviluppare con efficacia la cooperazione medica a distanza e utilizzare le moderne tecnologie di comunicazione per condividere le conoscenze scientifiche e tecnologiche.

L’accordo rafforzerà, inoltre, l’assistenza reciproca nella prevenzione e nel controllo delle malattie infettive e nella risposta alle emergenze sanitarie pubbliche avvalendosi di rapporti di concreta collaborazione tra medici e realizzando progetti di educazione e formazione specialistica di alta qualità e di livello internazionale.

La cooperazione prevede, infine, l’incontro tra il sapere della medicina occidentale e la millenaria esperienza della medicina tradizionale cinese, per sviluppare una prospettiva di cura e di assistenza sempre più integrata, innovativa e con solide basi scientifiche.

Luigi Genesio Icardi (presidente Commissione sanità): «Dalla collaborazione vantaggi reciproci»

Il presidente della IV Commissione sanità, Luigi Genesio Icardi: «Sono orgoglioso che le Asl del mio territorio diano i natali a un’iniziativa così innovativa con la Commissione sanitaria di Lvliang. La collaborazione con la municipalità cinese, già sperimentata durante la pandemia da Covid-19, ha già dato conferma dei vantaggi reciproci di un rapporto solidaristico tra esperti in sanità. L’incontro tra i due differenti sistemi sanitari sia anche un’occasione di crescita umana per tutti gli operatori, soprattutto per i giovani, nella prospettiva di un servizio sempre più qualificato per i pazienti e le loro famiglie».

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