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Fiera / Nella Maddalena torna il Mercato del tartufo

Il Mercato sarà accessibile il sabato e la domenica – apertura sabato 12 ottobre – e chiuderà domenica 8 dicembre e in via straordinaria venerdì 1° novembre. L’orario è dalle 9.30 alle 19. Il biglietto acquistato on-line costa 5 euro, 9 euro con l’aggiunta di una degustazione dei vini nell’enoteca interna

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ALBA Il Mercato mondiale del tartufo bianco d’Alba è considerato il centro, il punto in cui la Fiera converge e prende forma, la fonte conoscitiva del prodotto e della storia dei cercatori. È allestito nel cortile della Maddalena (l’ingresso è da piazza Falcone, l’uscita su via Vittorio Emanuele): al suo interno è possibile acquistare i tartufi direttamente dai trifolao o dai commercianti potendo contare sull’aiuto della Commissione qualità, il gruppo di esperti del Centro nazionale studi tartufo che garantisce il rispetto degli standard organolettici.

Apertura dal 12 ottobre 

Il Mercato sarà accessibile il sabato e la domenica – apertura sabato 12 ottobre – e chiuderà domenica 8 dicembre e in via straordinaria venerdì 1° novembre. L’orario è dalle 9.30 alle 19. Il biglietto acquistato on-line costa 5 euro, 9 euro con l’aggiunta di una degustazione dei vini nell’enoteca interna.

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Antonio Degiacomi e l’esperto Stefano Cometti.

Il presidente del Centro nazionale studi tartufo, Antonio Degiacomi, spiega: «Ad Alba con gli esperti e collaudati giudici del tartufo quest’anno collaboreranno nuovi soggetti, per lo più giovani, formati nel recente corso che abbiamo tenuto in provincia di Alessandria: sarà un modo per rafforzare le competenze delle nuove generazioni attraverso l’affiancamento e l’esperienza pratica. Vogliamo garantire la qualità nel Mercato della Fiera attraverso un esame preventivo del prodotto messo in vendita da parte della Commissione qualità: questa procedura si rivela ancor più indispensabile di fronte ad andamenti meteorologici molto discontinui».

Le speranze per una stagione ricca di Tuber 

Aggiunge Isabella Gianicolo, ricercatrice del Centro, riguardo alla sicurezza e alla garanzia del prodotto: «Dal 2000 rilasciamo la certificazione qualità a norma Iso con l’analisi sensoriale degli esemplari oltre i 50 grammi. Dopo però questo lungo periodo di tempo, con l’avanzare anche della tecnologia, abbiamo messo a punto un sistema di notarizzazione blockchain (quest’ultimo è un registro digitale condiviso a livello globale, non controllato da un singolo individuo e che permette elevati standard di sicurezza, ndr) al fine di gestire nel migliore dei modi i sigilli di qualità. In pratica, ogni tartufo sopra il mezz’etto che supera la selezione riceve un sigillo. Ogni sigillo avrà un Qr code differente: se aperto, si potranno ottenere tutte le informazioni (codificate blockchain, quindi non modificabili) relative a quel tartufo, alla sede e alla commissione che lo ha valutato. Questo per evitare la contraffazione dei sigilli, ma anche per fornire agli acquirenti – che spesso abitano all’estero – tutte le informazioni necessarie per conoscere il loro tartufo, foto inclusa».

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Riguardo al quadro generale Isabella si augura «che le piogge siano una promessa positiva per la produzione tartuficola del 2024. Certo non si può abbassare la guardia ed è necessario continuare a lavorare per la tutela delle tartufaie».

Infine, «confidiamo in temperature autunnali nella norma, non soltanto per la sanità del prodotto fresco, ma anche per permettere ulteriori piantumazioni, da parte nostra e di tutte le associazioni dei trifolao che non si risparmiano in questo senso».

Roberto Aria

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