
POLITICA «Lo Stato si riappropri degli assetti strategici: basta con gli interessi privati». Così il presidente di Confartigianato Piemonte, Giorgio Felici, è intervenuto di recente sulla necessità di aprire un discorso che vada al di là delle specifiche vicende giudiziarie relative alle contiguità tra pezzi del mondo imprenditoriale e le mafie.
«Bisognerebbe, infatti, incominciare a mettere in discussione gli esiti dei processi di privatizzazione di alcuni settori del nostro Paese, dalle infrastrutture all’energia e al credito. Settori che non possono più essere lasciati in mano al “privato,” perché quest’ultimo ha dimostrato di non essere garanzia di efficienza per i cittadini né antidoto alle ruberie e agli interessi malavitosi. Dopo decenni di “ritirata” dagli assetti strategici, dunque, è giunta l’ora che lo Stato si riappropri di un ruolo da protagonista».
Felici ha incalzato: «Viviamo in un Paese in cui lo Stato pare impossibilitato a costruire e gestire un’autostrada o un ospedale senza doversi mettere in braccio ai privati. Il grande isolamento che sta strangolando il Piemonte, causa la tempesta perfetta che ha colpito i valichi (Tenda, Frejus e Monte Bianco), potrebbe essere il banco di prova per tornare ad essere uno Stato “sovrano”».
Manuela Zoccola
