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In Valle Belbo ci sono poche patate, ma di grande qualità

In Valle Belbo ci sono poche patate, ma di grande qualità

MOMBARCARO Il raccolto è scarso e in ritardo per le piogge primaverili. Il calo va dal 40 al 50 per cento «Un’annata buona, pur con un raccolto scarso»: è la sintesi sulla stagione della patata dell’alta Valle Belbo fatta dalla presidente del consorzio di tutela Cinzia Barbiero.

«Ce ne sono poche, ma tutte belle. La raccolta sta avvenendo adesso, in ritardo, perché le piogge primaverili ci hanno permesso di entrare nei campi per seminare soltanto a fine maggio, un mese dopo rispetto alla norma. Se devo fare una stima iniziale, direi che c’è dal 40 al 50 per cento di patate in meno dell’anno scorso. Nella mia azienda abbiamo solo patate biologiche e il prezzo varia da 1,10 a 1,50 euro al chilo».

In Valle Belbo ci sono poche patate, ma di grande qualità 1Il consorzio di tutela, aggiunge Barbiero, è costituito da «quattro produttori: tre di Mombarcaro e uno di Sale Langhe. Una decina di coltivatori, soprattutto giovani, stanno aspettando l’ultimazione della sede per poter aderire».

L’immobile, la cui ristrutturazione è finanziata con un milione e 300mila euro provenienti dal bando sulle aree degradate, dovrebbe essere terminato a novembre, mentre l’inaugurazione avverrà il prossimo anno. «Ci saranno un punto vendita e una parte sotterranea per la conservazione. Con questa struttura potremo avere a disposizione patate per tutto l’anno. In più, ci sarà una cucina attrezzata per condurre, con i gruppi e con le scuole, laboratori sull’uso in gastronomia», prosegue Barbiero.

Una particolarità dell’alta Valle Belbo, dice la presidente del consorzio, «è il marino, il vento che porta con sé l’umidità. Per questo motivo, i terreni non necessitano di irrigazione, ma quando fa caldo il marino può favorire l’insorgenza dell’oidio. E poi ci sono i cinghiali: per tutelarci abbiamo dovuto recintare tutti i terreni coltivati».

Davide Barile

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