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La Pm chiede due anni per il proprietario dell’agriturismo di Canale dove morì Giacomo Rosso

Un’intesa tra Comune di Montà e Tribunale di Asti per i lavori di pubblica utilità

CANALE Lunedì 14 ottobre nelle aule del Tribunale di Asti era prevista la sentenza per l’incidente che il 4 maggio del 2019 causò la morte di un dipendente di un agriturismo a Canale, Giacomo Rosso di 23 anni. Il giovane stava spostando una rotoballa alla guida di un mezzo agricolo munito di forche quando sarebbe stato colpito dalle pale del mezzo. Per il ragazzo immediatamente soccorso non ci sarebbe stato nulla da fare, trasportato con l’elisoccorso al Cto in gravi condizioni e privo di coscienza, era deceduto dopo alcuni giorni di ricovero.

Ma, per conoscere la fine del procedimento giudiziario che vede alla sbarra il proprietario della struttura si dovrà aspettare. La giudice Roberta Dematteis al termine di un processo durato tutto il giorno, ha preferito aggiornare l’udienza al 9 dicembre per le repliche. Nella stessa data è attesa anche la sentenza.

In aula la Pm Laura Deodato ha prodotto una sentenza della Corte di cassazione con cui il titolare era stato condannato per omessa formazione del lavoratore rimarcando la gravità del comportamento, e ha chiesto per lui 2 anni di reclusione.

Una richiesta ribattuta dall’avvocato della difesa, Roberto Ponzio, secondo cui, «vista l’incertezza della dinamica dell’infortunio e della collocazione temporale non è possibile attribuire condotte colpose all’imputato».

Condotte su cui l’imputato era stato chiamato a rispondere nell’interrogatorio precedente durante il quale aveva ricordato di aver dato precise direttive in merito alla movimentazione delle rotoballe, che i lavoratori avevano effettuato la formazione necessaria alla quale aveva provveduto direttamente in qualità di datore di lavoro e che il giovane aveva un’esperienza maturata negli anni anche al di fuori dell’agriturismo.

 Elisa Rossanino

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