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L’associazione Cerca e cavatura del tartufo valorizza un patrimonio culturale

Nato il sodalizio nazionale Cerca e cavatura dedicato alla salvaguardia e alla promozione delle pratiche e dell’ambiente legati alla trifola

Il mondo di alberi, cercatori e tabui nel film di Schellino al cinema Moretta
Antonio Degiacomi

ALBA «Essere inseriti nella lista dei patrimoni immateriali Unesco non è solo un riconoscimento di cui fregiarsi, ma una responsabilità nel salvaguardare conoscenze e pratiche tradizionali e gli ambienti in cui si svolge la cerca del tartufo»: Antonio Degiacomi, presidente del Centro nazionale studi tartufo, commenta a inizio ottobre la scelta di costituire l’associazione “Cerca e cavatura del tartufo in Italia” che si occuperà di tutelare, valorizzare, salvaguardare e promuovere le pratiche legate alla raccolta del fungo ipogeo.

Il gruppo sarà presieduto dallo stesso Degiacomi e avrà tra i suoi consiglieri i presidenti dell’associazione Città del tartufo, Michele Boscagli, e della Federazione nazionale associazioni tartufai italiani, Fabio Cerretano. Entrambi accompagnarono la candidatura Unesco nelle varie fasi fino alla designazione ufficiale, il 16 dicembre 2021. La costituzione dell’associazione è l’esito di un lungo processo di lavoro tra riunioni istituzionali, la pubblicazione di materiale di divulgazione e numerosi incontri fatti nelle scuole.

Con l’allegra sfilata di tabui e trifolao cala il sipario sulla stagione del tartufo 1

Degiacomi prosegue osservando come la protezione delle pratiche di cerca sia necessaria in un sistema umano e ambientale che cambia sotto le spinte antropiche: «Gli ecosistemi tartufigeni continuano a risentire del taglio di alberi, la mancata manutenzione, lo stress delle ultime stagioni, dovuto alla siccità. Non mancano esempi positivi di associazioni di trifolao e naturalistiche che accudiscono alcune aree e hanno piantumato nuovi esemplari di piante. Sulle buone pratiche di gestione metteremo a confronto istituzioni, associazioni e studiosi di varie parti d’Italia nel convegno del 29 ottobre nella sala del palazzo Giacomo Morra ad Alba, organizzato dal nostro Centro studi insieme all’associazione “Cerca e cavatura”. Tra le prime attività del nuovo gruppo c’è la produzione del film documentario Il mondo del tartufo. Storie di alberi, cani e cercatori (vedi nella pagina a fianco), che sarà distribuito in tutta Italia.

Conclude il presidente Degiacomi: «Molto importante è stato il recente corso di formazione in quattro sedi interregionali rivolto ai tartufai, a Regioni ed enti locali allo scopo di responsabilizzare verso la formulazione del piano di salvaguardia. La formazione per il Nord Italia si è svolta a Borgocarbonara (Mantova), dove nelle alberate lungo gli argini del Po vengono raccolti tartufi bianchi pregiati e dove è molto attiva un’associazione di trifulin, come li chiamano, sensibile ai temi ambientali».

La sensibilizzazione e la formazione si uniscono dunque per realizzare azioni concrete, coinvolgendo le persone che guardano alla natura non come a uno scrigno di tesori o a un prodotto di valore, ma come a un essere vivente che va curato, ascoltato e rispettato in una relazione di reciproco scambio. 

Matteo Viberti

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