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Un anno di Mudet, il museo di Alba che non riesce a decollare

Quando aprirà il Mudet a Montà? E chi sarà il gestore?
Il Museo del tartufo di Alba © Marcato

ALBA Emanuele Bolla, oggi consigliere di opposizione e assessore al turismo uscente, proprio non condivide l’atteggiamento della maggioranza del sindaco Alberto Gatto nei confronti del turismo, della Fiera e soprattutto del tartufo.

Esordisce così, senza nascondere il disappunto: «Non voglio offendere nessuno, ma non riesco a capire il motivo per cui Caterina Pasini, attuale assessora a cultura e turismo, non riesca a pronunciare la parola tartufo. Si esprime senza problemi sull’offerta della città in termini di mostre ed esperienze, ma sembra avere qualche problema nei confronti di tutto ciò che è enogastronomia, l’indotto che ha reso grande il nostro territorio nel mondo».

Inaugurato il Mudet, il nuovo Museo del tartufo. La fotogallery 9È stato il Mudet, il museo del tartufo inaugurato un anno fa – in fretta e furia, dopo un lungo periodo di lavori, per un costo complessivo vicino ai 3 milioni di euro –, a innescare la polemica. Al primo piano del complesso della Maddalena, sul lato di piazza Falcone, oggi si presenta come uno spazio ancora da valorizzare, con la grande galleria centrale e le sale laterali con pannelli alle pareti. Le fotografie di Steve McCurry ci sono, ma relegate in un angolo e stampate in dimensioni non proprio generose. Qualche schermo non funzionante e la generale sensazione di vuoto non migliorano l’atmosfera complessiva della visita.

Riprende Bolla: «L’Amministrazione non ha festeggiato il primo compleanno del museo, proprio nel momento in cui avrebbe potuto avere straordinaria visibilità. Questa mancanza ha un sapore molto amaro per chi ha lavorato al progetto e, ancora di più, fa riflettere su quale sia oggi l’approccio al turismo legato al tartufo da parte di chi oggi governa la città. È difficile credere che si tratti di una dimenticanza, ma piuttosto vi si legge una linea politica di sostanziale disinteresse su questo fronte, come già emerso in modo chiaro nel corso dei primi mesi di mandato».

Bolla riprende: «Il sindaco e i suoi assessori si approcciano con distacco, se non con imbarazzo, nei confronti di questi temi, come se dovessero passare in secondo piano. Ricordiamo che parliamo di un settore che, da solo, dà lavoro a 10mila addetti».

Il Mudet, nel frattempo, è aperto tutti i giorni (il biglietto costa 5 euro). Non ci sono dati ufficiali, ma la sensazione è che neppure i turisti lo apprezzino così tanto, se non chi lo visita per esperienze correlate, come l’analisi sensoriale del tartufo. Nei primi fine settimana di Fiera, a essere pieno è soltanto il bar al piano terra.

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Oggi a occuparsi di turismo è l’assessora Caterina Pasini: «Non voglio entrare nel merito, soprattutto durante la Fiera, che non dovrebbe diventare terreno di polemiche». Sul Mudet, Pasini prosegue: «Sarà questa la sua prima stagione, che ci permetterà di capire come valorizzarlo. A oggi non ha una vera direzione, ma sono già state apportate alcune migliorie, come alla segnaletica». Il museo da quest’anno accoglie anche alcune esperienze: «Le analisi sensoriali, organizzate dal Centro nazionale studi tartufo. Vengono proposte anche in abbinamento alla visita».

Francesca Pinaffo

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