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Una Chiesa missionaria sta ai crocicchi delle strade

PENSIERO PER DOMENICA – XXIX TEMPO ORDINARIO – 20 OTTOBRE

Oggi ricorre la 98ª Giornata missionaria mondiale. Sarebbe bello poter proporre alla Messa domenicale la pagina di Vangelo scelta da papa Francesco: la parabola degli invitati a nozze che rifiutano di partecipare al banchetto e dei servi inviati ai crocicchi delle strade per invitare altri. È l’immagine della Chiesa missionaria, che di fronte al rifiuto della fede nell’Occidente ex cristiano, si rivolge ad altri popoli. Ma le letture della Messa offrono spunti altrettanto belli.

Una Chiesa missionaria sta ai crocicchi delle strade
Gesù conferisce la missione agli apostoli, miniatura del secolo XV (Milano, Biblioteca Braidense).

Per essere missionari occorre avere un’idea chiara di Gesù, perché è lui che dobbiamo annunciare. Le tre letture sottolineano tre aspetti della sua personalità. Egli è il servo sofferente del Signore (Is 53,2-11) che sa condividere le nostre sofferenze, avendole sperimentate. È poi il sacerdote (qualifica propria della lettera agli Ebrei), che comprende e sa compatire le nostre infermità. Questo ci spinge ad accostarci con «fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia… ed essere aiutati al momento opportuno» (Eb 4,14-16). Infine, secondo Marco (10,35-45), Gesù è il servo di tutti, che arriva a «dare la vita in riscatto per tutti». Un Gesù così può interessare ancora all’uomo d’oggi, soprattutto di fronte alle difficoltà della vita.

La Chiesa missionaria è una Chiesa sinodale, che cerca di vivere l’autorità e la responsabilità cristiana, in modo antitetico rispetto alla politica, basata sulla ricerca del primato, sul dominio dell’altro fino allo sfruttamento. Nel Vangelo, rispondendo alla domanda un po’ spudorata di Giacomo e Giovanni di avere i posti di riguardo nel Regno, Gesù replica che tra chi lo segue vale un’altra logica. Ogni responsabilità deve essere servizio, umiltà, gioia per la crescita dell’altro e per il bene del prossimo: «Chi vuol essere il primo tra voi, sarà schiavo di tutti». Un po’ provocatoriamente, per Gesù, il primo non è chi crede o dice di amare più Dio, ma chi mostra di amare più il prossimo.

Anno della preghiera – 35. Qualche volta le nostre preghiere sono strambe. Il Vangelo ci mette in guardia da questo pericolo, raccontando la preghiera egoista e indisponente dei figli di Zebedeo: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Spiazzante la risposta di Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete!». Forse alcune nostre invocazioni meriterebbero una risposta simile. Ma non spaventiamoci e continuiamo a pregare. Anche di fronte a preghiere fuori luogo, Gesù non si arrabbia. Non concede quanto richiesto, ma poi spiega con pazienza quale tipo di preghiera e quale stile di vita si attende. Importante è lasciarsi correggere e guidare da lui.

Lidia e Battista Galvagno

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