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Diageo / Dai Savoia alla multinazionale inglese, fino alla chiusura e ai licenziamenti. Ora si spera nella vendita

Nel 2016, aveva chiuso il comparto vino, causando non pochi allarmismi con l'annuncio di 120 esuberi. Questo effetto venne in parte mitigato da nuovi investimenti e da un lavoro corale della politica.

Diageo / Dai Savoia a alla multinazionale inglese, fino alla chiusura e ai licenziamenti. Ora si spera nella vendita.
@Foto Murialdo

SANTA VITTORIA  La lontananza dai mercati principali, soprattutto nordeuropei, e una generale ricollocazione della produzione in termini di efficienza: nella nota diffusa dalla Diageo, sono queste le motivazioni della chiusura dello stabilimento di Santa Vittoria

La Diageo è una multinazionale britannica che produce bevande alcoliche e birre, oggi tra le 100 aziende con la maggior capitalizzazione nella borsa di Londra. Tra le punte di diamante della sua produzione, marchi come Johnnie Walker e Guinness,  con 150 siti produttivi nel mondo. A Santa Vittoria il gruppo è approdato nel 1992, dopo avere già acquisito il 25% del capitale della storica Cinzano nel 1985, marchio poi passato nel 1999 alla Campari.

Le storiche cantine dei Savoia 

La storia del sito di Santa Vittoria è molto antica e legata a casa Savoia. A metà Ottocento, sono stati i reali piemontesi a offrire ai fratelli Cinzano – che producevano liquori – le loro tenute roerine, per sperimentare e cercare di emulare i metodi francesi.  Iniziarono così a produrre su scala industriale i loro prodotti, soprattutto i vermouth. Scenografiche e imponenti le cantine presenti nei sotterranei, a cui si collegano anche episodi a metà tra storia e leggenda. Si racconta che, nella Seconda guerra mondiale, residenti e operai costruirono un finto muro proprio nelle cantine, nascondendo le preziose bottiglie, per non farle saccheggiare dai tedeschi. Ne è nato un libro, “Il segreto di Santa Vittoria”, da cui è nato l’omonimo film di Stanley Kramer con Anna Magnani e Anthony Quinn.

La crisi del 2016

Tra passaggi di proprietà e momenti di alti e bassi, la Diageo  ha vissuto già momenti di crisi profonda. Nel 2016, aveva chiuso il comparto vino, causando non pochi allarmismi con l’annuncio di 120 esuberi. Questo effetto venne in parte mitigato da nuovi investimenti e da un lavoro corale della politica. E alla fine gli esuberi furono solo 40. Tra i prodotti lanciati negli ultimi anni, il gin Villa Ascenti, un omaggio al Roero, dal nome dello storico edificio simbolo dello stabilimento. Sembravano esserci buone intenzioni, ma alla fine non sarà così: oggi la speranza, per salvare i posti di lavoro, è l’acquisizione da parte di un altro gruppo, magari del territorio.

f.p. 

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