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Simona Colonna e Simone Pistis insieme per Piemonte e Sardegna

I Folli e folletti di Simona Colonna il 25 nell’anfiteatro di Santa Vittoria
Simona Colonna

BALDISSERO Le radici piemontesi e sarde si intersecheranno venerdì 29 novembre alle 20.15 nel salone polifunzionale grazie a Simona Colonna e Simone Pistis di Lanusei. Da oltre vent’anni Colonna scrive testi in piemontese. I suoi ultimi tre dischi si intitolano Masca vola via, Folli e folletti e Curima curima, incisi suonando il violoncello chiamato Chisciotte e conquistandosi il merito di far entrare questo strumento classico nella musica popolare e cantautoriale.

Pistis ha studiato chitarra a livello accademico e l’organetto da autodidatta. Trasferitosi a Bologna nel 2000 per frequentare il Dams, ha costruito una carriera costellata di collaborazioni in progetti musicali di vario tipo, suonando in formazioni come Lame, Foglia d’oltremare, Shardafrica e Iskraria.

Dal 2012 collabora con la compagnia teatrale Rossolevante, per la quale ha ideato e interpretato musiche originali per diversi spettacoli. Direttore artistico di diverse rassegne musicali, dal 2015 guida la scuola di musica della sua città.

La serata di venerdì – organizzata da Comune, Pro loco, Roero trails, Amis ed bautzè e Vivere in collina – è illustrata da Colonna: «Io e Simone ci siamo conosciuti a Cagliari nel 2012 in occasione del premio Parodi. Da allora è nata una profonda amicizia e abbiamo iniziato un proficuo percorso professionale insieme. L’interesse per la musica folcloristica e la cultura delle nostre terre ci unisce. Ci è capitato di suonare pure nella prigione di massima sicurezza di Lanusei. La serata di Baldissero si intitola, molto semplicemente, Concerto. Proporremo i nostri brani originali in piemontese e sardo, insieme ad arrangiamenti di canzoni tradizionali come La bergera e No potho reposare. La musica è un linguaggio senza barriere, un filo capace di unire le anime e le vite di zone geograficamente distanti ma unite dalla bellezza dell’arte e della cultura, con la libertà di poter esprimere il nostro essere».  

Davide Barile

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