
CUNEO Nella Granda si naviga verso un’acqua a gestione pubblica, ma le vele sono tutt’altro che spiegate. È questa la situazione emersa durante l’assemblea dei sindaci svoltasi giovedì 19 dicembre al centro incontri della Provincia.
Alla riunione erano presenti 177 primi cittadini su 247, chiamati a decidere come comportarsi riguardo al servizio idrico integrato e nei confronti di Egea. La necessità di incontrarsi era legata alla scadenza, fissata dall’Ato 4 al 31 dicembre, per prendere una decisione in merito.
Con una delibera, 175 sindaci hanno confermato la volontà di «condividere e confermare il percorso di pubblicizzazione del servizio idrico integrato, nel rispetto delle normative in vigore». Soltanto due gli astenuti: si tratta dei primi cittadini di Barge e di Bagnolo Piemonte.
A entrare nei dettagli è Luca Robaldo, primo cittadino di Mondovì e presidente della Provincia: «Abbiamo approvato una delibera di indirizzo: significa che può essere ascoltata o meno, ma è un atto politico molto forte. Finalmente, dopo anni di litigi, ora c’è una visione comune».

La prima richiesta, contenuta nel documento, riguarda lo spostamento del termine per decidere su Egea acque al 30 giugno. «Dovranno esprimersi in merito l’Ato 4 e anche l’Arera (rispettivamente competenti a livello provinciale e nazionale, ndr), ma non sappiamo quando. Lo slittamento è necessario perché, in questo momento, Cogesi non riuscirebbe a pagare il cosiddetto valore residuo alla società albese, dato dal totale degli investimenti effettuati e non ancora capitalizzati. La somma, aggiornata a martedì 17 dicembre, è di 69 milioni complessivi».
Ma da qui a giugno in che modo potrebbe migliorare la situazione economica di Cogesi? «Occorrerà senz’altro accendere un mutuo, che al momento gli istituti di credito non possono concedere.
Cogesi deve mostrarsi solida e, per arrivare alla patrimonializzazione, esistono due vie. Le società che operano nel gestore provinciale possono cedere i loro rami redditizi. Per esempio, per Sisi, significherebbe consegnare il depuratore di Canove di Govone. L’altra via, scelta dai sindaci del territorio durante l’assemblea, è procedere con un aumento di capitale di Cogesi, tutelando così gli sforzi fatti da ogni singola società per creare un proprio patrimonio nel corso di tutti questi anni».
Non si esclude l’ipotesi di acquisire Egea acque
La delibera ha proposto una seconda scadenza, il prossimo 31 marzo. Prosegue il presidente della Provincia, Luca Robaldo: «In questo caso, è il termine che ci siamo posti per chiedere a Cogesi di valutare percorsi alternativi rispetto al solo pagamento dell’ammontare del valore residuo. Nulla vieta, se vogliamo fare un esempio, di acquistare le quote di Egea acque. Perché questo avvenga, bisogna essere in due: vogliamo quindi tendere la mano alla società, nella speranza di essere finalmente usciti dalla dinamica passata, fatta di ricorsi e difese. Ora Egea ha un’altra pelle: Iren è un gruppo molto più serio rispetto al suo predecessore».
Robaldo è ottimista sul fatto di poter completare la strada per rendere pubblica Egea acque, senza minare il ruolo del consorzio pubblico, con le varie società che ne fanno parte. E conclude: «Se siamo arrivati a un accordo tra i vari sindaci, una larga parte del merito va a Davide Falletto, primo cittadino di Serravalle e presidente dell’Ato 4, che lavora in maniera fitta da settimane per raggiungere questo obiettivo».
Davide Barile