
APICE Il progetto Fake N(Eu)s è un’idea di Apice (Associazione per l’incontro delle culture in Europa). È realizzato con il sostegno della fondazione Crc e con la collaborazione di numerosi partner tra cui Gazzetta d’Alba. L’obiettivo è riflettere sul fenomeno delle “false notizie”, ovvero quello di sviluppare, a partire dalla cornice tematica della cittadinanza europea, competenze e strumenti operativi volti a riconoscere e contrastare la disinformazione e le sue ripercussioni.
A partire da gennaio 2025, con cadenza mensile all’interno della progettualità verranno realizzati incontri, seminari e lezioni aperti agli interessati, a giornalisti e a studenti. Ne abbiamo parlato con Franco Chittolina, presidente di Apice e per 25 anni a Bruxelles tra le istituzioni europee.
Perché questo progetto?
«L’informazione su tematiche europee è da sempre poco sviluppata e recentemente segnata da pesanti manipolazioni e falsi messaggi, in particolare in occasione di appuntamenti elettorali, come avvenuto nei giorni scorsi a proposito delle elezioni presidenziali in Romania. Il progetto in corso di realizzazione mira ad analizzare in maniera approfondita i circuiti di informazione europea e ad accendere i riflettori sui rischi di una disinformazione che minaccia le nostre democrazie, tanto quelle rappresentative indebolite, quanto quelle partecipative ancora non sufficientemente preparate per rispondere alla sfida».
Come si può stabilire se una notizia è falsa?
«Non è sempre facile accertare la falsità di una notizia, ma non è impossibile se si valuta la fondatezza delle fonti confrontandole tra loro, senza precipitarne la conclusione. La pandemia e le guerre hanno provocato conflitti anche nell’informazione visti gli enormi interessi, politici ed economici in gioco. La “guerra dell’informazione” spesso ha oscurato la verità, emersa solo successivamente e, per alcuni aspetti, ancora in attesa di essere svelata».
Prendiamo anche il caso di Israele: molti media nazionali si rifiutano di chiamare genocidio l’operazione militare nella striscia di Gaza. Questa è una forma di notizia falsa?
«Il caso israelo-palestinese è esemplare anche come conflitto delle informazioni emesse dai belligeranti, non facilmente verificabili viste le fonti e i linguaggi adottati: se da una parte è incontestabile la condanna per il massacro del 7 ottobre, dall’altra è altrettanto doverosa la denuncia della progressiva sproporzione della reazione israeliana con stragi di civili e comportamenti in evidente infrazione al diritto internazionale umanitario. Il cui rispetto, come anche nel caso dell’Ucraina, è oggetto di verifiche e sanzioni da parte di tribunali internazionali, e di raccolta di documentazione da parte dell’Unione europea. Anche qui verrà il tempo del chiarimento, anche se già emergono evidenti le responsabilità».
Maria Delfino
