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Il significato dell’Anno Santo che si apre domenica 29 dicembre nella diocesi di Alba

È dal 1300 che la Chiesa vive questo particolare avvenimento di grazia

Il significato dell’Anno santo che si apre domenica 29 nella diocesi di Alba 1

GIUBILEO 2025 Papa Francesco ha dato inizio ufficialmente all’Anno santo col rito di apertura della Porta santa della basilica di San Pietro alle 19 di martedì 24 dicembre, vigilia di Natale. “Giubileo” è il nome di un anno particolare: sembra derivare dallo strumento utilizzato per indicarne l’inizio: lo yobel, il corno di montone. Nei testi della Bibbia scopriamo che doveva essere convocato ogni 50 anni, poiché era l’anno “in più”, da vivere ogni sette settimane di anni (Levitico 25,8-13).

Il Giubileo ad Alba

Domenica 29 dicembre: alle ore 18, il vescovo Marco Brunetti celebra la Messa in cattedrale, in occasione dell’apertura dell’Anno giubilare per la diocesi, nella festa della Santa famiglia, partendo in corteo alle ore 17.30 dalla chiesa di San Giovanni Battista.

Anche se difficile da realizzare, era proposto come l’occasione nella quale ristabilire il corretto rapporto nei confronti di Dio, tra le persone e con la creazione, e comportava la remissione dei debiti, la restituzione dei terreni alienati e il riposo della terra. Citando il profeta Isaia, il Vangelo secondo Luca descrive la missione di Gesù proprio come l’inaugurazione del Giubileo: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore» (Lc 4,18-19; vedi anche Is 61,1-2).

Il primo giubileo nella Chiesa risale all’iniziativa di Bonifacio VIII nel 1300. Nel corso dei secoli la cadenza è cambiata: all’inizio era ogni 100 anni; viene ridotta a 50 anni nel 1343 da Clemente VI e a 25 nel 1470 da Paolo II. Diverso nello scorrere della storia è stato anche il modo di celebrare tale anno: all’origine coincideva con la visita alle basiliche romane di San Pietro e di San Paolo, quindi con il pellegrinaggio; successivamente si sono aggiunti altri segni, come quello della Porta santa. L’anno giubilare è caratterizzato da alcuni elementi peculiari che riprendiamo brevemente:

Pellegrinaggio

Il Giubileo chiede di mettersi in cammino e di superare alcuni confini. Quando ci muoviamo, infatti, non cambiamo solamente un luogo, ma trasformiamo noi stessi. In un viaggio ci si prepara, si pianifica il percorso e si ha come obiettivo una meta. In questo senso, il suo punto di partenza è la decisione di farlo. Nella Scrittura, da Abramo fino a Gesù stesso, ritroviamo tanti personaggi che si sono messi in cammino per trasformare loro stessi. Il pellegrinaggio è un’esperienza di conversione, di cambiamento della propria esistenza per orientarla verso la santità di Dio.

Preghiera

Il cammino è sostenuto dal desiderio di aprirsi alla presenza di Dio. La comunità cristiana si sente chiamata e sa che può rivolgersi al Padre perché ha ricevuto lo Spirito del Figlio. Lungo le vie che portano a Roma, percorse da molti santi, troviamo luoghi di sosta, spesso fissate attorno a edicole, santuari, dove ci si accorge che – prima e accanto – altri pellegrini sono passati e che cammini di santità hanno percorso quelle stesse strade.

Porta santa

Il significato dell’Anno santo aperto a Roma e (domenica 29) anche nella diocesi di Alba
Papa Francesco apre la Porta santa in San Pietro a Roma

La Porta santa è il segno più caratteristico, perché la meta è poterla varcare. Nel passare questa soglia, il pellegrino rivive quanto espresso nel Vangelo secondo Giovanni al capitolo 10: «Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo». Nel varcare la soglia della Porta santa esprimiamo la decisione di seguire e di lasciarci guidare da Gesù, il Bel pastore.

Professione di fede

Nella professione di fede, in cui si esprime il contenuto centrale della fede, riaffermiamo il nostro battesimo, in comunione con tutta la comunità cristiana.

Riconciliazione

Il Giubileo è un segno di riconciliazione, perché apre un «tempo favorevole» (2Cor 6,2) per la propria conversione. Si mette Dio al centro della propria esistenza, muovendosi verso di lui e riconoscendone il primato. Il ripristino della giustizia sociale e il rispetto per la terra sono conseguenza concreta di tale primato.

Carità

La carità costituisce una caratteristica principale della vita cristiana. Infatti, il pellegrinaggio e la celebrazione dell’indulgenza giubilare non sono un rito magico, ma trovano il loro senso ultimo, pieno e concreto, nella vita di carità. Essa è il segno preminente della fede cristiana e sua forma specifica di credibilità.

Indulgenza giubilare

L’indulgenza è una particolare manifestazione concreta della misericordia di Dio, che supera i confini della giustizia umana e li trasforma. Questo tesoro di grazia si è fatto storia in Gesù e nei santi: guardando a questi esempi, e vivendo in comunione con loro, si rafforza e diviene certezza la speranza del perdono per crescere nella libertà autentica. L’indulgenza ha come obiettivo di liberare il proprio cuore dal peso del peccato per ritrovarsi riconciliati con Dio nella concretezza di rapporti fraterni con il prossimo e con il creato.

 don Andrea Chiesa, delegato  diocesano per il Giubileo

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