PENSIERO PER DOMENICA – IMMACOLATA – 8 DICEMBRE
La festa dell’Immacolata compie 170 anni: il dogma fu proclamato da Pio IX nel 1854. Ma, come per l’Assunta, la pietà popolare e la riflessione teologica hanno preceduto la formulazione dogmatica. Fin dall’antichità i credenti hanno percepito che in Maria c’era “qualcosa di speciale”, pur essendo lei una creatura come noi. L’Immacolata ha ispirato tanti maestri di spiritualità e spesso è stata associata allo spinoso dibattito sul peccato originale. Tema che ha perso rilevanza per l’uomo contemporaneo. Attuali sono però le provocazioni delle letture.

Dio vuole salvare tutti. Per questo ci ha creati. L’inno della Lettera agli Efesini (1,3-6.11-12) è chiaro: tutti noi siamo stati «scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui». Maria, in questo senso, non è l’eccezione ma la conferma della volontà salvifica di Dio. L’unica differenza è che lei questo dono l’ha accettato e conservato. La volontà salvifica universale di Dio è stata ribadita da Gesù, sceso sulla terra per salvare tutti. Lo ricorda papa Francesco, nonostante i tradizionalisti che l’accusano di sminuire il ruolo salvifico della Chiesa e il privilegio riservato ai fedeli.
Noi possiamo diffidare di Dio o dargli fiducia. Ecco il mistero-dramma della storia, evidenziato dal testo della Genesi (3,9.15-20) e dal racconto dell’Annunciazione (Lc 1,26-38). Eva si fida più di sé e del tentatore che non di Dio e, mangiando il frutto proibito, sceglie di decidere in autonomia il senso della sua vita. Maria, di fronte all’annuncio dell’angelo si fida di Dio e accetta il suo progetto: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la sua parola». Accetta che Dio sia la guida della sua vita. L’alternativa Eva-Maria è la nostra. Ecco il messaggio molto concreto della festa dell’Immacolata: come Maria noi siamo liberi di dire sì o no a Dio. Dire no significa perpetuare nella storia le conseguenze drammatiche del “peccato originale”. Dire di sì significa fare di Dio e del Vangelo di Gesù la guida della nostra vita.
ANNO DELLA PREGHIERA – 42. Il Vangelo dell’Annunciazione ha ispirato l’Ave Maria, la preghiera più recitata al mondo, dopo il Padre nostro. La prima parte dell’Ave Maria riprende le parole dell’angelo e il dialogo con Elisabetta. È una sintesi formidabile dei contenuti essenziali della salvezza. La seconda parte è un’aggiunta medievale nel XIII-XIV secolo. Recitare questa preghiera è contemplare il progetto di salvezza di Dio, realizzato in Gesù e chiedere a Maria di essere capaci di aderire a questo progetto, come ha fatto lei. È un impegno che dura tutta la vita fino «all’ora della nostra morte».
Lidia e Battista Galvagno
