
LAVORO Nel periodo 2024-2028, il fabbisogno occupazionale complessivo in ingresso nel mercato del lavoro in Italia è stimato tra 3,1 e 3,6 milioni di unità, con una media di 630-730mila unità all’anno. Piemonte e Valle d’Aosta pesano, insieme, per il 7,5%, pari a più di 287mila unità, di cui circa 248mila in sostituzione di personale in uscita verso la pensione.
Emerge dal seminario organizzato dall’Anolf Piemonte, dall’Iscos nazionale e dalla Cisl Piemonte, al quale ha partecipato il governatore del Piemonte, Alberto Cirio Il 24,1% delle 86.950 aziende piemontesi prevede entrate nell’ultimo trimestre dell’anno. Di queste, il 50,3% sono a Torino, il 14,5% sono a Cuneo, il 10,9% ad Alessandria, e il 9% a Novara, il resto sono tutte sotto il 5%.
Tra le professioni più richieste in Piemonte nel trimestre, la maggioranza, 11.190, riguardano esercenti e addetti nelle attività di ristorazione, 8.980 riguardano addetti alle vendite, 7.170 personale non qualificato nei servizi di pulizia.
«I dati dimostrano – spiegano il segretario generale di Cisl Piemonte, Luca Caretti, e il presidente di Anolf e Iscos Piemonte, Paolo Pozzo – che, sia a livello europeo che italiano e piemontese, per rispondere ai fabbisogni del mercato del lavoro, attuali e dei prossimi anni, sia necessario ricorrere a risorse umane qualificate provenienti da paesi extraeuropei. Questo significa lavorare in rete tra istituzioni, settore privato e parti sociali per attivare percorsi di formazione professionale nei paesi terzi che assicurino gli standard necessari in Italia e promuovere processi di mobilità per lavoro regolari e sicuri, in grado di rispondere alle necessità delle imprese e di rappresentare una opportunità reale per chi verrà a lavorare nel nostro paese».
Ansa
