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Alla fondazione Ferrero gli Indistinti confini di Giuseppe Penone, da frère Marc Chauveau a Ludovico Einaudi

Gli incontri sono gratuiti e aperti a tutti: è necessario prenotarsi su Eventbrite: le prenotazioni si aprono quindici giorni prima alle singole date

Alla fondazione Ferrero gli Indistinti confini di Giuseppe Penone, da frère Marc Chauveau a Ludovico Einaudi
Ludovico Einaudi.

ALBA C’è ancora più di un mese di tempo per visitare la mostra di Giuseppe Penone, “Impronte di luce”, alla fondazione Ferrero. Chiuderà il 16 febbraio e, per quest’ultimo periodo, è in programma un calendario di incontri per approfondire la poetica dell’artista e le sue numerose sfaccettature. “Indistinti confini” è il titolo della rassegna, che porterà nell’auditorium di strada di Mezzo personalità del mondo dell’arte, dell’architettura e della cultura.

La data d’apertura è venerdì 10 gennaio, alle 18.30, con la conversazione tra Penone e frère Marc Chauveau. Il religioso domenicano, storico dell’arte di fama, è stato coinvolto in una serie di comitati artistici dedicati alla ristrutturazione degli arredi interni di Notre-Dame a Parigi. Per vent’anni ha vissuto nel convento di Santa Maria della Tourette, nella regione di Lione, in Francia. È un edificio di grande impatto, progettato negli anni ’50 da Le Corbusier, la cui lezione è alla base della serie di opere di Penone che sono al centro dell’esposizione albese.

Frère Marc, oggi abbiamo spesso l’impressione che la gente non capisca affatto l’arte contemporanea: secondo lei, qual è il modo migliore per trasmetterla e quali sono le difficoltà?

«Per consentire a un vasto pubblico l’accesso e la comprensione delle opere d’arte contemporanee sono previsti diversi assi: innanzitutto spiegare la ricerca dell’artista e l’evoluzione del suo lavoro nel corso degli anni. Si deve capire che dietro un’opera c’è una persona e che è sempre affascinante scoprirne le motivazioni, gli ambiti di ricerca estetica e gli sviluppi nel corso degli anni. Permette al pubblico di comprendere il percorso e le questioni estetiche da lui esplorate. Nel caso di Penone, per esempio, si tratta della sua ricerca legata alla natura e della sua appartenenza al gruppo dell’Arte povera. Molto importante è anche il suo lavoro sull’impronta, sulla traccia. Lo troviamo in molte delle sue opere e in tutti i suoi anni di creazione. Altro punto rilevante: insegnare alle persone a guardare con attenzione e gentilezza. Devono accettare di fare “un passo da parte” per vedere. Occorre abbandonare i preconcetti sull’arte contemporanea e accettare di lasciarsi “emozionare” dalle opere di un artista».

Alla fondazione Ferrero gli Indistinti confini di Giuseppe Penone, da frère Marc Chauveau a Ludovico Einaudi 1
Frère Marc Chauveau.

Lei ha vissuto a La Tourette: qual è la forza dell’architettura di Le Corbusier, vista dall’interno?

«L’architettura di Le Corbusier è molto forte, nobile nelle proporzioni e austera ma anche piena di poesia. L’architetto ha affermato di aver costruito i suoi edifici con due materiali: cemento e luce. Il primo è ruvido, con l’impronta delle assi di legno. Questo è ciò che interessa a Penone: la traccia lasciata sulle pareti di cemento. Giuseppe Penone vedeva nell’architettura il segno della natura».

Quali sono le sue impressioni sull’arte di Penone?

«Apprezzo particolarmente le opere di Giuseppe Penone per la loro poesia, per questo modo di vedere la natura, per la sua riflessione sull’impronta, sulla memoria, sulla traccia, soprattutto dell’uomo nella natura; così come la sua riflessione sul tempo».

Giovedì 13 gennaio l’incontro conclusivo con Carolyn Christov-Bakargiev e Ludovico Einaudi

Il secondo incontro di “Indistinti confini”, martedì 28 gennaio alle ore 18, sarà incentrato sull’architettura, con Hala Wardé e Stefano Boeri. La prima è la fondatrice di Hw architecture, studio di progettazione che ha lavorato con numerosi artisti. Per la sede del Louvre ad Abu Dhabi, ha invitato Penone a creare un’installazione dedicata al sito. Boeri è uno dei nomi di punta del panorama italiano e internazionale nel campo dell’architettura, in particolare per quanto riguarda la sostenibilità. Giovedì 13 febbraio, alle 18.30, in dialogo con Penone ci sarà Carolyn Christov-Bakargiev, già direttrice del castello di Rivoli, la quale ha curato per la Collezione Pinault, a Parigi, una retrospettiva dedicata all’Arte povera. A seguire, sempre nell’auditorium della fondazione, è previsto un concerto esclusivo di Ludovico Einaudi. Le prenotazioni sono aperte 15 giorni prima delle date sul portale Eventbrite (è disponibile l’incontro di venerdì).

p.l.f.

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