
BRA Sono passati ormai più di cinque anni da quando un fulmine colpì il campanile della chiesa della frazione Ca’ del Bosco. L’orologio segna ancora le 17:55, come un ricordo immobile di quel giorno. Da allora, la chiesa ha vissuto un lento e inesorabile degrado, culminato due estati fa con gli atti di vandalismo commessi da alcuni giovani. Le ferite di quei giorni sono ancora visibili. Tuttavia, come si suol dire, quando si tocca il fondo non si può che risalire.
Dopo tante polemiche, i residenti della frazione hanno deciso di reagire. Molti si sono rimboccati le maniche e hanno iniziato a prendersi cura del sagrato e del giardinetto dietro la chiesa. A dicembre si è proceduto anche con la pulizia e il riordino della sacrestia e dell’interno della chiesa.
Ieri, sabato 25 gennaio, è stata una giornata simbolica di rinascita: la chiesa è tornata a riempirsi di persone, non solo residenti della frazione, ma anche ospiti provenienti da Bra e dalla vicina frazione Riva. Questa volta, però, non si trattava di una celebrazione liturgica, bensì della presentazione di un libro che mira a valorizzare il territorio braidese, in particolare le sue zone rurali. Si tratta della seconda presentazione del volume “Chiesette, cappelle e piloni di campagna: un museo a cielo aperto”, scritto da Lino Ferrero e Margherita Corrado.
A introdurre gli autori e il loro lavoro è stato il professor Adalberto Bianchi, insegnante di storia in pensione, figura molto conosciuta e stimata per aver formato generazioni di braidesi. Non sono mancati, infatti, gli ex allievi che hanno voluto salutarlo. La presentazione, sobria e ricca di contenuti, è iniziata con un excursus storico sul medioevo braidese e sulla campagna delle “Tre Frazioni”, il territorio che comprende anche Ca’ del Bosco.
L’incontro si è concluso con un momento conviviale: una merenda preparata dai frazionisti, occasione per stare insieme e condividere un ulteriore gesto di comunità.
La chiesa di Ca’ del Bosco e la sua frazione stanno riprendendo vita. Ora si spera che presto possano iniziare i lavori di restauro del campanile e, successivamente, del resto della chiesa. Chissà, un giorno, si potrà tornare a celebrare l’Eucaristia in questo luogo carico di storia e speranza.
Domenica 26 gennaio, la presentazione a Boschetto
“Tutto inizia da qui” – ha esordito l’autore all’inizio della presentazione – “la mia vita di cristiano. Qui sono stato battezzato, qui si sono sposati i miei genitori e da qui ha preso avvio il libro, con la ristrutturazione della chiesa, il lavoro sul libro dedicato alle chiesette di campagna”.
Anche in questa occasione, la chiesa era gremita, subito dopo la celebrazione della Messa domenicale delle 9. La presentazione è stata introdotta da Nino Ternavasio, figura centrale della frazione, che ha aperto l’evento e guidato il momento delle domande.
Durante l’incontro è stato raccontato un pezzo di storia della chiesa antica, probabilmente risalente al 1300 e di origine abbaziale, i cui resti sono emersi nel corso dei lavori di restauro. Questo tema è stato approfondito attraverso una relazione storica sull’ipotesi dell’Antica Chiesa, redatta dal compianto fra Luca Piergiorgio Isella, frate cappuccino e storico scomparso nel 2022, il cui contributo al libro è stato fondamentale.
Nel corso della presentazione, è stata sottolineata l’importanza della comunità ecclesiale viva rappresentata dalla parrocchia di Boschetto, guidata da don Beppe Brunato, che è anche parroco delle comunità di Madonna del Pilone e Cavallermaggiore.
li.fe
