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IN DIRETTA / Seguiamo a Santa Vittoria il Consiglio comunale aperto su Diageo

IN DIRETTA / Seguiamo a Santa Vittoria il Consiglio comunale aperto su Diageo 1

SANTA VITTORIA Si prospetta molto partecipato, nella sala polivalente, il Consiglio comunale aperto sulla chiusura dello stabilimento di Diageo. Un momento di confronto e di presa di posizione, convocato dalla sindaca Adriana Dellavalle. Parteciperanno rappresentanti del mondo politico,  con le Amministrazioni di Alba e Bra in testa, ma anche i sindacati, i parlamentari del territorio, il vescovo Marco Brunetti. L’invito è esteso a tutti i cittadini.

QUI gli ultimi aggiornamenti sul caso, con l’annuncio di mobilitazione annunciato dai sindacati.

La scaletta della serata: non parteciperanno i rappresentanti della Diageo

È confermata la presenza del presidente della Regione Alberto Cirio, del senatore Giorgio Maria Bergesio (che tarderà per motivi di trasporto aereo) e del presidente della Provincia Luca Robaldo. Sono anche presenti il vescovo di Alba, monsignor Marco Brunetti, il sindaco di Alba Alberto Gatto, il primo cittadino di Bra Gianni Fogliato, il presidente dell’Associazione sindaci del Roero Enrico Faccenda.

Partecipano i rappresentanti delle categorie sindacali: Antonio Bastardi per la Cisl, Loredana Sasia per la Cgil e Alberto Battaglino per la Uil. Gli onorevoli Chiara Gribaudo e Marco Perosino, nell’impossibilità di essere presenti, hanno condiviso un comunicato. L’onorevole Monica Ciaburro, che per errore non ha ricevuto la comunicazione, incarica la sindaca Adriana Dellavalle di portare a tutti il suo incondizionato sostegno.

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Non sono presenti i rappresentati della Diageo.

Si registra una numerosa partecipazione da parte dei cittadini e dei sindaci del territorio. La sala è piena.

Inizia il Consiglio

Si inizia con le parole della sindaca, Adriana Dellavalle: «L’unico punto all’ordine del giorno stasera è la crisi della Diageo, che richiede unità di intenti e dialogo», poi ripercorre la storia della Cinzano, prima dell’acquisizione da parte della Diageo.

Dopo la sindaca Dellavalle interviene il consigliere Giacomo Badellino, che è stato sindaco di Santa Vittoria dal 2014 al 2024 e si scaglia contro la disinvoltura con cui la Diageo ha licenziato 350 dipendenti per motivi esclusivamente finanziari.

L’intervento successivo è quello del vescovo di Alba, monsignor Marco Brunetti che pone una questione di tipo etico: è inaccettabile che si metta al primo posto il profitto a discapito delle famiglie e del territorio. Il vescovo cita anche Gazzetta d’Alba che tiene desta l’attenzione sulla vicenda.

Alberto Gatto, sindaco di Alba, nel suo intervento cita l’esempio di Ferrero, attento al welfare dei dipendenti e di Adriano Olivetti, che credeva nell’importanza della crescita personale dei lavoratori.

Ora prende la parola il sindaco di Bra Gianni Fogliato che porta l’attenzione sugli utili dell’azienda. «Il bilancio è un fermo immagine dell’azienda che racchiude un anno di attività di un capitale umano che va remunerato nel tempo. Il concetto deve sposare con l’economia di mercato».

Interviene il presidente dell’Associazione dei sindaci del Roero, Enrico Faccenda primo cittadino di Canale: propone di attivare le reti sindacali internazionali, oltre alle società di comunicazione del territorio per raccontare ai consumatori il trattamento che Diageo sta riservando ai propri dipendenti.

Simone Casavecchia, assessore a Santa Vittoria legge un comunicato dell’onorevole Chiara Gribaudo in cui si  afferma l’importanza di ricercare una continuità della produzione, non una ricollocazione dei lavoratori, che deve costituire solamente un’ultima soluzione.

La sindaca di Priocca Enrica Ponte legge la comunicazione dell’ex senatore Marco Perosino che auspica che la serata sia un segno forte e di partecipazione attiva.

Interviene il sindacalista della Cisl Antonio Bastardi che riassume l’attualità del procedimento avviato sui vari tavoli: Diageo ha motivato le sue azioni parlando di costi e di un mercato che non è quello italiano, mentendo, poiché sin dall’inizio della sua presenza a Cinzano vendeva soprattutto all’estero. Il sindacalista  definisce il piano sociale una scatola vuota e pretende delle risposte in merito a chi saranno gli acquirenti.

Affronta l’argomento delle ricollocazioni, reputando inadeguate le soluzioni proposte dall’azienda: «Il focus deve rimanere l’acquisizione dello stabilimento per far rimanere i lavoratori a Santa Vittoria». Bastardi definisce la dirigenza di Diageo in Italia un paravento privo di potere contrattuale, i cui fili sono mossi dall’Inghilterra.

«Sarà indetto uno sciopero», prosegue il sindacalista, senza comunarne l’entità «per non fornire indizi all’azienda».

Loredana Sasia della Cgil nel suo intervento porta l’attenzione sui lavoratori dell’indotto e degli appalti che rischiano di perde il lavoro e informa che nell’assemblea di ieri è stato deciso un pacchetto di ore di sciopero e delle iniziative sul territorio. «La data di giugno 2026 è frutto di una strategia aziendale per illudere in merito al tempo utile per le contrattazioni», dice la sindacalista secondo cui la vicenda si chiuderà entro maggio di quest’anno. Conclude chiedendo il contributo delle istituzioni del territorio attraverso un’azione che deve essere collettiva.

È il turno di Alberto Battaglino della Uil: «È necessario che i politici intervengano indipendente dal colore politico. Il Ministero ha avuto una presa di posizione dura. Le risposte dell’azienda sono state deludenti. Gli unici investimenti che l’azienda negli ultimi anni sta facendo sono per preparare l’immobile a un’eventuale vendita». I fondi di investimento spaventano, ma la Uil ritiene che la priorità sia la ricerca di un acquirente.

Il presidente della Provincia Luca Robaldo definisce ingiustificabile quanto fatto dall’azienda e richiama all’unità di intenti, nonostante la Provincia possa fare poco.

Il senatore Giorgio Maria Bergesio ricorda il tavolo della Dana,  che intende vendere gli stabilimenti in Italia, tra cui quello di Sommariva Perno coinvolgendo 400 dipendenti. Afferma l’inaccettabilità di tale comportamento con utili così elevati. Accusa l’azienda di poca trasparenza. Riprenderà in Parlamento l’ordine del giorno odierno.

Parla il presidente della Regione Alberto Cirio e richiama a quando nel 2016 era stata paventata la chiusura dello stabilimento di Cinzano e, all’epoca le azioni pubbliche erano arrivate fino a Bruxelles, cercando di colpire la reputazione delle aziende in contesto internazionale, l’unica cosa a cui tengono.  «Si era riusciti a sventare il pericolo. Oggi le condizioni sono diverse. All’inizio dell’autunno sono arrivati una serie di indizi relativi alla situazione della Diageo. L’azienda è stata convocata in Regione due volte, ma si sono presentate figure prive di potere decisionale. “Sappiate che le nostre decisioni sono irrevocabili” è stata la frase con cui una dirigente Diageo si era presentata al tavolo».

Cirio spiega che il tentativo è di sventare il tentativo di chiusura ma è necessario mettere in conto che lo stabilimento possa chiudere e si fa fatica ad avere potere di reazione in merito. Ci sono tre scenari: il primo è convincere l’azienda a non chiudere. Cirio propone di partecipare a manifestazioni e azioni di reputation, ma è una strada di difficile compimento. La seconda posizione è di alienazione del sito produttivo, mantenendo lo stabilimento. La terza l’acquisizione del sito produttivo che permettere il manetimento dell’occupazione. È stato attivato un percorso. «La Diageo ha parlato di 100 offerte. Ma si sono rivelate solo 100 interlocuzioni. È fattuale che l’interesse ci sia». Secondo Cirio il territorio è in grado di assorbire la forza lavoro se l’azienda chiudesse. «L’azienda sta facendo profitto sulla pelle delle persone», sottolinea il presidente del Piemonte.

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