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Peste suina africana: vertice in Regione tra la Coldiretti e il commissario straordinario

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Alla REGIONE PIEMONTE c’è stato un pressing per il depopolamento totale dei cinghiali e gli indennizzi alle imprese in occasione del vertice che si è svolto, recentemente, tra la Coldiretti e il commissario straordinario per la peste suina africana, Giovanni Filippini. La diffusione della Psa continua a segnare livelli preoccupanti per il comparto, mettendo a rischio la salute animale e l’intera filiera suinicola, rispetto a un settore cruciale per l’economia italiana e per la tutela delle produzioni di qualità.

Peste suina africana: vertice in Regione tra la Coldiretti e il commissario straordinario
Monica Monticone

È quanto fa sapere Coldiretti, richiamando l’attenzione sull’annoso problema. Spiega la presidente di Coldiretti Asti, Monica Monticone:«Rimane cruciale, come strumento di limitazione dell’infezione, il contenimento della fauna selvatica, con la totale rimozione dei cinghiali. Con i 31mila capi abbattuti (metà nell’attività venatoria e il resto in quella di controllo), il 2024 ha segnato un trend negativo con meno 6.300 unità eliminate». Numeri lontani dall’obiettivo annuale fissato nel Piano straordinario di cattura, abbattimento e smaltimento dei cinghiali 2023-2028, fissato a 58mila capi.

Aggiunge il direttore di Coldiretti Asti, Giovanni Rosso: «Coldiretti ha richiesto di attivare le dovute deroghe legate all’attività di caccia per contenere il più possibile la diffusione e rispettare gli obiettivi prefissati con particolare attenzione alle speculazioni. Occorre un monitoraggio costante sui prezzi dei suini pagati agli allevatori delle zone di restrizione e procedere a uno stop dei mutui per le aziende colpite». Conclude Rosso: «Inoltre, urge attivare le procedure per il risarcimento dei danni subiti dalle aziende agricole messe in difficoltà dalla peste suina africana, anche in considerazione del rischio deprezzamento del valore dei suini per gli allevamenti localizzati in zone di restrizione perché a rischio c’è l’intera filiera suinicola piemontese che, con le sue tremila aziende, un fatturato di quasi 400 milioni di euro e un milione e 200mila capi destinati prevalentemente ai circuiti tutelati dalle principali Dop italiane, si attesta tra le più importanti dal punto di vista economico del tessuto imprenditoriale agricolo regionale».

Manuela Zoccola

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