
ALBA L’arte e il suo potere trasformativo, quindi curativo. La potenza espressiva di un dipinto che diventa occasione di “fuoriuscita” dal quotidiano e crescita personale. Queste le premesse alla base della visita da parte di un gruppo di anziani, ospiti della casa di risposo Ottolenghi, alla fondazione Ferrero per visitare la mostra “Impronte di luce” dell’artista cuneese Giuseppe Penone. «L’esperienza organizzata lo scorso 22 gennaio è stata apprezzata dai partecipanti, che hanno più volte sottolineato la bellezza dei colori dei quadri, e la particolare idea di lavorare con la natura per farla divenire arte», ha spiegato la direttrice della struttura Cinzia Ramello.
Proseguendo: «Calorosa è stata l’accoglienza della fondazione e in particolare delle guide presenti alla mostra. I visitatori hanno gradito anche la pausa caffè nei locali del centro anziani».
Massimiliano Vullo, vicedirettore dell’Ottolenghi, aggiunge che «per gli ospiti si è trattata della prima uscita di gruppo dopo la pandemia. L’idea è che sia la prima di altre occasioni simili, affinché gli anziani possano mantenere un legame con la comunità locale e con la città di Alba – rompendo così la quotidianità della vita in struttura. In questa direzione procede anche la collaborazione con il Cva (Centro volontari assistenza) per organizzare delle uscite in città e sul territorio».
Valerio Re
