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Distribuire bigliettini con il nome di chi votare non è reato. Rasero: «Mi rallegro»

Maurizio Rasero

IN TRIBUNALE Archiviato dalla giudice per le indagini preliminari Claudia Beconi, l’esposto che l’ex assessore comunale Mario Bovino aveva presentato nei confronti del sindaco e presidente della Provincia di Asti Maurizio Rasero accogliendo la richiesta di archiviazione da parte della Pm Laura Deodato del Tribunale astigiano.

A scatenare la “bufera” le elezioni provinciali del 2022, in occasione delle quali Rasero aveva dato ai consiglieri comunali di maggioranza dei bigliettini con le indicazioni di voto per esprimere la preferenza in favore di Simone Nosenzo (del tutto estraneo ai fatti). Nell’esposto, Bovino faceva riferimento alla registrazione di una conversazione con la consigliera di maggioranza Francesca Varca.

Le motivazioni dell’archiviazione parlano di un’abrogazione implicita sulle elezioni provinciali delle norme applicate alla legge elettorale in vigore dal 1951 dopo la riforma introdotta nel 2014, le provinciali sono diventate di secondo livello (cioè non più a suffragio universale ma sulla base delle preferenze degli amministratori locali della provincia).

Quindi, distribuire in una riunione di maggioranza ai consiglieri dei bigliettini con il nome di chi votare riportando la scritta in un modo diverso l’uno dall’altro, presupponendo di esercitare
un controllo, non è reato penale. Rappresentato da Maurizio Riverditi, Bovino si era opposto all’archiviazione. Difeso dal legale Piermario Mora, Maurizio Rasero dopo la sentenza ha commentato: «Mi rallegro che un giudice abbia chiarito come non vi sia stata alcuna pressione, coercizione o qualsiasi genere di imposizione. Non ho mai indottrinato nessuno».

Manuela Zoccola

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