
ROERO Con un colpo di spugna venerdì 14 la giudice Elisabetta Chinaglia con i giudici a latere Matteo Bertelli Motta e Roberta Dematteis dopo una lunga camera di consiglio ha cancellato le 24 imputazioni formulate dal pubblico ministero Davide Lucignani per il procedimento denominato Feudo 2 e iniziato nel 2023.
All’indomani della sentenza che ha assolto i 12 imputati perché «il fatto non sussiste» o «non costituisce reato» sono molte le parole di soddisfazione che giungono dalle difese di ex sindaci, amministratori e professionisti attivi in tre Comuni del Roero finiti alla sbarra per malversazioni.
Tra loro c’è l’ex sindaca vezzese Carla Bonino che, come fanno sapere dalla sua difesa, con dignità e fermezza aveva sempre dichiarato di essere innocente e di aver sempre agito per il bene del paese.
«Ci ho sempre creduto», commenta Marco Calosso, avvocato insieme a Elisa Anselmo e Marta Giovannini di Bonino. Ma «finché non senti la lettura del dispositivo non puoi fare previsioni. Ho combattuto fino alla fine e i risultati sono arrivati».
Prosegue: «Siamo tutti soddisfatti, è stato un processo difficile con questioni complesse da trattare. Tuttavia è stato piuttosto veloce. Il collegio ha corso parecchio. Tanto da concluderlo prima del filone iniziale Feudo 1».
Per l’ex prima cittadina Bonino il Pm Davide Lucignani aveva chiesto 5 anni, «una pena non mite che in caso di condanna avrebbe avuto varie conseguenze».
Alla lettura della sentenza, spiega Calosso: «Bonino era frastornata. Non dimentichiamo che era quella che aveva il maggior numero di imputazioni tra cui: falso ideologico, truffa ai danni dello Stato, turbativa d’asta».
Simile il commento della difesa del vicesindaco di Vezza Giuseppe Steffanino affidata all’avvocata Silvia Calzolaro. «È una persona onesta che ha sempre operato con dedizione per il Comune e sempre molto apprezzata dai suoi compaesani». «Un affetto e un supporto», prosegue Calzolaro, «che ha raccolto pure nel periodo durante il quale era accusato di reati anche piuttosto gravi».
Soddisfazione anche per chi aveva la condanna maggiore. Per il geometra Giovanni Careglio, accusato di corruzione, turbativa, truffa e falsi, il pubblico ministero aveva chiesto 7 anni di reclusione. «Il geometra si è difeso con grande lealtà. Oltre a essere un grande professionista apprezzato da tutti è emerso che è un uomo per bene», spiega il legale Piermario Morra. «Durante un lungo dibattimento abbiamo dimostrato la sua completa estraneità ai fatti».
Mentre alcuni imputati escono definitivamente dalle aule astigiane, altri si preparano a tornare. Come Renato Maiolo, ex sindaco di Santo Stefano Roero, che dopo la condanna a due anni per maltrattamenti nei confronti di una dipendente e la recente assoluzione, tornerà in aula il 2 aprile per la sentenza di Feudo 1 per il quale sono stati chiesti complessivamente 27 anni e 8 mesi di reclusione.
Commenta il legale Roberto Ponzio: «Confidiamo in un esito analogo anche nell’altro troncone processuale. Il mio assistito ha servito con onestà le istituzioni e non se ne è mai servito per profitti personali. Quando a conclusione delle funzioni di sindaco ha disceso le scale del suo Municipio era sicuramente più povero di quando le aveva salite a inizio mandato».
Elisa Rossanino
