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Il sondaggio / Pigri e senza alternative, gli albesi vanno in auto

Chi va a piedi o in bici per le strade di Alba è timoroso. Per la maggiori parte dei rispondenti al sondaggio proposto on-line da Gazzetta d'Alba gli incidenti sono troppo frequenti

Il sondaggio / Pigri e senza alternative, gli albesi vanno in auto
©Marcato

IL SONDAGGIO Il 65 per cento delle persone dice di muoversi con l’auto, il 21 a piedi e il 10 con la bicicletta. Solo l’1 per cento dichiara di prediligere i mezzi pubblici e circa il 2 la moto. Sono questi i numeri che raccontano la viabilità albese, raccolti grazie al sondaggio (senza la pretesa di essere scientifico perché non rappresentativo) che Gazzetta d’Alba ha somministrato on-line ai suoi lettori a fine febbraio e a cui hanno risposto quasi 170 persone.

L’obiettivo dello strumento era quello di restituire parola ai cittadini rispetto a una tematica delicata, generativa di stress impattando nella vita quotidiana.

Negli ultimi anni il traffico, gli incidenti e le conseguenti fatiche sembrano incrementate in città, condizionando la qualità di vita collettiva e impattando di conseguenza pure sulla qualità dell’aria e sull’ambiente.

Secondo i dati emersi dal questionario, un quarto delle persone ogni giorno percorre “da 1 a 3 chilometri” (24,5%), più di un quarto “da 3 a 5 chilometri” (31,4%) e una percentuale appena inferiore “tra i 5 e i 10 chilometri” (22,5%). Il 17,2 per cento invece dice di percorrere ogni giorno “più di 10 chilometri in città”. Considerando che la maggioranza delle persone utilizza l’automobile senza condividerla con altri passeggeri, è facile immaginare l’entità del parco vetture e il totale dei chilometri percorsi ogni giorno nelle vie albesi – che finiscono per essere congestionate e soffocate dalle vetture e dal conseguente inquinamento.

La domanda successiva del sondaggio recitava: “Cosa ti spinge a usare la macchina invece di mezzi più sostenibili?”, oltre un quarto dei rispondenti dichiarava “l’assenza di trasporto pubblico” (26,1%), denunciando il permanere di una situazione critica sul fronte dei servizi di linea bus, treni e navette nonostante gli sforzi e le promesse della politica negli ultimi anni. Un quinto dei rispondenti assicura che sia “la fretta” (19,9%) la principale forza motivazionale che spinge i viaggiatori a prediligere l’auto, mentre il 12 dice “l’abitudine”. Queste risposte evidenziano come il fattore culturale e la rigidità personale nell’uscire dagli schemi abituali giochino un ruolo fondamentale nel determinare il problema del traffico e nel condizionare la vita comunitaria.

I cittadini vanno sensibilizzati e pure controllati. La viabilità albese deve fare i conti con troppe automobili

IL SONDAGGIO / 2 Secondo te, qual è il problema principale della viabilità albese? Cosa condiziona la sicurezza collettiva? Il 22 per cento di coloro che hanno aderito al sondaggio di Gazzetta d’Alba ha scelto l’opzione “le troppe automobili”, il 15 “assenza di adeguate infrastrutture” e il 14 “i guidatori spericolati”. Il 10 per cento ha dato la sua preferenza a “la presenza di aiuole che limitano la visibilità”, e un’analoga percentuale “una classe politica poco coraggiosa e poco attenta a queste tematiche”.

Queste le opinioni principali dei lettori sul tema della sicurezza stradale. Secondo un lettore: «Bisognerebbe creare piste in tutta Alba, soprattutto per andare verso il Mussotto o la zona industriale, dove la maggior parte delle persone va a lavorare. In questo modo si invoglia la gente a prendere la bicicletta invece della macchina e magari si riuscirebbe a diminuire il traffico».

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Le opinioni proseguono toccando temi molteplici, tra cui la necessità di intervenire sulle infrastrutture: «Meno rotonde e più semafori soprattutto in presenza di strisce pedonali, aumentare i controlli per quanto riguarda la distrazione del guidatore o i cosiddetti “parcheggi selvaggi”». Per altri servirebbero: «Aiuole più curate, manto stradale ottimale, marciapiedi funzionali anche per disabili o chi ha problemi di mobilità, modifica dei parcheggi. Oggi le macchine sono più grandi, ma i parcheggi sono rimasti uguali. Con meno posteggi la gente sarebbe più propensa ad andare a piedi».

Infine il tema del controllo: «Bisogna far rispettare le regole. Sensibilizzare i cittadini. Un esempio: scuole in orario di uscita con decine di auto parcheggiate in doppia fila o peggio. Situazione “accettata” anche dalle Forze dell’ordine. Che messaggio diamo ai giovani?».  

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Alcuni lettori si chiedono: «Arriverò al lavoro intero? »

IL SONDAGGIO / 3 Secondo il 46 per cento dei lettori di Gazzetta d’Alba che hanno aderito al questionario on-line, gli incidenti nel territorio sono “troppo frequenti”, mentre il 37 ritiene che le statistiche rientrino “nella media del resto d’Italia”. Queste le percentuali emergenti dal sondaggio sulla viabilità che abbiamo somministrato sul Web e a cui hanno risposto quasi 170 lettori.

Circa la metà del campione di intervistati si sente “poco o niente sicuro” a viaggiare a piedi o in bicicletta per le strade cittadine a causa dell’intenso traffico, della distrazione dei guidatori e di una diffusa percezione di insicurezza. Sono dati che testimoniano la sofferenza della viabilità urbana e il sussistere di un’atmosfera di percepito pericolo. Come spiega un lettore, «ci sono troppe persone distratte dal cellulare, nonostante dispongano di auto con vivavoce. In periferia, specialmente in zona San Cassiano e corso Europa, gli automobilisti tendono ad andare veloce. Le piste ciclabili nel modo in cui sono fatte sono pericolose».

E un altro commenta: «Mancano controlli e sono troppi gli automobilisti che passano sulle strisce accelerando anche mentre il pedone attraversa. Mi è capitato di aprire la mano per segnalare di rallentare e un guidatore ha inchiodato la macchina minacciandomi di scendere». Le testimonianze proseguono riportando una sensazione di costante minaccia alla propria incolumità: «Da pedone, se si attraversa la strada in vie o corsi più piccoli in cui le macchine procedono a velocità lenta o moderata, mi sento più sicura e tranquilla. In corsi più grandi e frequentati come corso Langhe spesso le macchine vanno veloci e non sempre si accorgono che ci sono persone a piedi».

Per proseguire: «Mi sposto in bici nelle ore di traffico intenso (7.45 del mattino) e, a causa della mancanza di piste ciclabili, sono costretta a transitare a bordo strada o sul controviale, respirando i gas prodotti dalle auto – che spesso non si accorgono della mia presenza e non mi lasciano lo spazio necessario. Ho più volte rischiato di essere investita e devo dire che tutte le mattine ho molta paura di non riuscire ad arrivare al lavoro intera».

Un altro ciclista aggiunge: «Le piste ciclabili, i controviali in alcune vie sono più che sufficienti per muoversi in sicurezza, programmando bene i percorsi. Bisogna stare sempre molto vigili. Molte auto non utilizzano le frecce in occasione di una svolta, sia nelle rotonde che in altre occasioni. Io in bicicletta segnalo sempre la mia direzione, perché non dovrebbero farlo anche le auto?».

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 Valerio Re

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