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Il vino italiano resta in vetta alla classifica dell’export

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ASTI Il vino italiano resta in vetta alla classifica dell’export 2024, nonostante minacce e fake news, concorrendo alla crescita agroalimentare di bandiera, che registra il record di sempre con un aumento dell’8% in valore rispetto al 2023.

È quanto emerge da un’analisi di Coldiretti diffusa in occasione dei dati Istat sul commercio estero nel periodo gennaio-dicembre. In particolare, la Germania resta il principale sbocco dei prodotti agroalimentari italiani, con 10,6 miliardi (+6%), mentre gli Usa sono il primo mercato extra Ue per un valore di 7,8 miliardi (+17%) rispetto all’anno precedente.

L’export Piemonte attesta al terzo posto i prodotti alimentari e le bevande con una quota del 13,1%: Francia e Germania sono rispettivamente la prima e la seconda destinazione delle vendite oltre confine.

Al di fuori dell’Unione europea, gli Stati Uniti si confermano il principale mercato di sbocco, generando una quota dell’8,3% dell’export regionale.

«A livello astigiano, l’andamento è stato altalenante con oscillazioni  in aumento alla fine del 2024, prevalentemente verso il mercato statunitense, bisognoso di porsi al riparo da eventuali  e preannunciati nuovi dazi»,  ha osservato il responsabile vitivinicolo Coldiretti Asti Pier Paolo Anziano.

«Per garantire questo trend di crescita vanno incrementati gli accordi di filiera e, soprattutto, va tutelato il vino italiano dai cosiddetti dealcolati», ha sottolineato A presidente Coldiretti Asti Monica Monticone. «Scorretta la definizione  di vini dealcolati, così come riportata nella normativa, essendo di fatto bevande a base di prodotti vitivinicoli, ma sostanzialmente diversi dal vino. Anche dal punto di vista del packaging va posta l’attenzione, perché queste bevande sfruttano gli stessi nostri formati di bottiglie», ha aggiunto Monticone.

«Coldiretti non è contraria tout court a questo tipo di bevanda, ma ritiene sia indispensabile fare chiarezza in termini di identità e di differenze, già a partire dalla definizione. Siamo consapevoli dei nuovi orientamenti di mercato, ma vanno fatte le giuste distinzioni per non fare perdere la storicità dei nostri vitigni e tutto il lavoro fatto sul territorio, in particolare, con le denominazioni d’origine», ha incalzato il presidente.

In Italia il processo di dealcolazione, totale o parziale, non potrà  essere eseguito  per le categorie di prodotti vitivinicoli a denominazione  di origine protetta e a indicazione geografica protetta. La stessa normativa di riferimento vieta di aumentare il tenore zuccherino  nel mosto di uve utilizzato per la produzione di tali bevande dealcolate.

Inoltre, sono vietati l’aggiunta di acqua  e di aromi esogeni al prodotto ottenuto a seguito  dell’avvenuta dealcolazione parziale o totale. «Per sostenere il trend di crescita  dell’enogastronomia nazionale serve arrestare sul nascere  minacce e fake news, agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture», ha sottolineato il direttore di Coldiretti Asti Giovanni Rosso.

«Non da ultimo, occorre fermare il fenomeno della contraffazione internazionale, applicando il principio di reciprocità. Secondo un’analisi di Coldiretti/Fliera Italia  il falso made in Italy agroalimentare nel mondo è arrivato a valere oggi 120miliardi di euro»,  ha concluso Rosso.

Manuela Zoccola

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