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Partiranno a bordo di tre Fiat Panda per sfidare il deserto del Marocco

Partiranno a bordo di tre Panda per sfidare il deserto del Marocco

IN STRADA  Dalle nostre parti, la vecchia Fiat Panda si nota spesso ai piedi di capezzagne, sentieri e strade di campagna. Da qualcuno è definita, tra il serio e il faceto, come «il fuoristrada più economico».

A dimostrare la sua attitudine per lo sterrato è una competizione, il Panda raid, che da una decina di anni si svolge nel deserto del Marocco. Tra i 350 veicoli che si sfideranno dall’11 fino al 18 aprile, tre proverranno da Dogliani e Farigliano. Si tratta degli equipaggi composti da Mauro e Andrea Spinardi, Gino e Andrea Diano, Jacopo Romeo e Mario Albesiano. Le prime due coppie sono padre e figlio, mentre Romeo e Albesiano, classe 2001 e 1949, sono due amici accomunati dalla passione per i motori. Romeo, da giugno, è consigliere comunale a Dogliani e l’anno scorso si è laureato campione regionale nella categoria Junior di enduro con una Ktm 250. Albesiano, fino a pochi mesi fa, è stato il presidente del motoclub Major di Farigliano. E nella sua officina, in passato, ha lavorato anche Romeo.

Dice Romeo: «Per noi sarà un’esperienza del tutto nuova e per nulla semplice. Basti pensare all’escursione termica nel deserto, dove di giorno si arriva a cinquanta gradi e la notte la temperatura scende sotto lo zero. Abbiamo dovuto dotare i mezzi di componenti aggiuntive, come alcune ventole di raffreddamento in più e dei rialzi per sopportare meglio i sobbalzi sulla sabbia. Il motore, però, deve essere quello originale. Anche per una questione di sicurezza: eventuali guasti ed emergenze potranno essere risolte più facilmente dai tecnici. Per le piccole magagne, essendo entrambi meccanici, sapremo cavarcela».

Durante la gara «non sarà possibile usare strumenti Gps o altri mezzi. Avremo, in ognuna delle sei tappe previste, un punto di partenza e uno da raggiungere orientandoci tra la sabbia. In tutto, dovremo percorrere novecento chilometri. Altri duemila li faremo per arrivare ad Almeria, in Spagna, dove avverranno tutti i controlli e ci imbarcheremo. E, al ritorno, ci aspetteranno gli ultimi duemila».

Davide Barile 

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