
VALLE BORMIDA Il sito Acna non è stato affatto bonificato e non potrà mai esserlo in via definitiva: urge piuttosto un piano di protezione chiaro e realistico, poiché una montagna di scorie – mai rimosse ma solo “messe in sicurezza” tramite un muro di contenimento mancante per un chilometro, dal quale fuoriesce percolato – incombe sulla Valle Bormida. Ne consegue che nessun intervento industriale, tantomeno un inceneritore come si sta ipotizzando da qualche tempo e da più parti, vi si può realizzare.
In estrema sintesi è il pensiero che Pier Giorgio Giacchino, storico sindaco di Camerana, attivista e presidente dell’Associazione lavoratori Acna, rilancia in questi giorni tramite la proposta di un pubblico confronto con il primo cittadino di Cengio Francesco Dotta, mentre il consigliere ligure del Pd Roberto Arboscello ha chiesto conto alla sua Regione della presenza nel sito di sostanze contaminanti.
«Caro Francesco», scrive Giacchino al sindaco di Cengio in una lettera aperta al momento in attesa di risposta, «mentre sta lievitando il dibattito e la mobilitazione sull’idea del termovalorizzatore ligure (solo ligure?) nel sito di interesse nazionale Cengio-Saliceto, è necessario sospendere le opinioni per affrontare i fatti nella loro immutata realtà. Sono gli stessi che, voce nel deserto, vado denunciando da anni rivolgendomi a Eni, Ministero, Regioni, territorio e a te, per il tuo ruolo centrale, con annesse non lievi responsabilità. Comprendo e condivido la tua intenzione di riutilizzare l’area, ma occorre prima creare le condizioni perché diventi possibile: attualmente non lo è affatto».
Giova ricordare sul tema quanto questo giornale scrive da anni: la “bonifica” – che Piemonte, Liguria e l’allora capo della Protezione civile Guido Bertolaso diedero per conclusa nel 2010 – è costata 424 milioni di euro, mentre le spese di gestione ammontano a oltre quattro milioni all’anno.
Eppure, come ha sempre contestato Giacchino, i dati dei piezometri continuano a segnalare cattivissimo tempo, visto che sforano i limiti di legge: sotto la grande fabbrica i terreni sono costituiti da tonnellate di rifiuti chimici. Quindi, rammenta l’ex sindaco di Camerana, smettiamola di tirare in ballo proposte opinabili, che non farebbero che peggiorare la situazione. Occorre piuttosto un lavoro di squadra per porre davvero, per quanto possibile, l’area sotto protezione, non scordando la contiguità con i territori patrimonio dell’umanità.
Per cominciare, la sfida per portare a galla la realtà consiste in un dibattito aperto a Cengio. Prosegue Giacchino, rivolgendosi a Dotta: «I silenzi di Eni non bastano a stabilire che il passato è passato, non esiste più e che quindi si può procedere. Sono sempre più convinto che il presidente della Regione Liguria Marco Bucci non sia compiutamente informato della reale situazione e occorra quindi rimediare per evitare irrigidimenti. Sai bene che nessuno conosce la situazione più di noi due e ti sono grato per il ruolo che mi riconosci come cittadino. Sta a noi uscire per primi da questo stallo, senza aspettare i riti della politica, sempre occupata a badare anzitutto a sé stessa».
Continua Giacchino: «Prendo atto del fatto che condividi le conclusioni dell’incontro di Camerana del 20 febbraio, ma è necessario un altro passo: tenere un incontro aperto a Cengio, nel quale rappresentare le ragioni che ostacolano il nuovo utilizzo del sito e le idee per superarle al meglio. Lo dobbiamo a noi stessi e alla nostra gente. La sovranità appartiene al popolo, anche se il popolo se ne dimentica. Io no!».
Maria Grazia Olivero

Interrogazioni in Liguria su bonifica e inceneritore, Genova fa il primo passo sull’impianto
VALLE BORMIDA Della bonifica del sito di Cengio e del possibile riutilizzo si è parlato nella seduta dì martedì scorso del Consiglio regionale ligure con due interrogazioni presentate da Roberto Arboscello (Pd).
L’esponente dell’opposizione ha chiesto se non sia ormai superato il documento che individua i siti in cui realizzare l’inceneritore, dal momento che in Valle Bormida gli interventi di bonifica delle aree sono ben lontani dall’essere completati.
L’assessore all’ambiente Giacomo Giampedrone ha risposto che lo studio non è superato, aggiungendo che la delibera della Giunta relativa alle manifestazioni di interesse ha inserito il principio base del consenso territoriale da parte dei Comuni interessati.
Arboscello ha anche chiesto aggiornamenti sullo stato delle attività di bonifica del sito ex Acna, dichiarando che nella zona sono stati rilevati superamenti dei limiti per clorobenzene e altri composti e che nelle acque sotterranee è stata riscontrata una diffusa contaminazione da metalli. L’assessore ligure ha risposto che nella zona A1 (quella dei vecchi lagunaggi, nda) i lavori di messa in sicurezza permanente sono terminati, mentre nella A2 (quella destinata al riutilizzo) sono stati eseguiti tutti gli interventi previsti. Giampedrone ha anche detto che per la zona A3 (esterna al sito) nel giugno del 2023 è stato approvato il documento per la bonifica, aggiungendo che Eni rendiconta sui monitoraggi delle acque sotterranee mentre nella zona A4 (Pian Rocchetta, in parte nel Comune di Saliceto) sono stati conclusi gli interventi di rimozione di rifiuti e terreni contaminati.
Sull’inceneritore qualche novità arriva dal Comune di Genova. Nei giorni scorsi la Giunta del capoluogo ha dato il via libera ad Amiu (Azienda multiservizi e di igiene urbana) per partecipare alla manifestazione di interesse per la realizzazione dell’impianto, ma, come hanno riportato organi di informazione liguri, il sindaco del capoluogo Pietro Piciocchi ha precisato che l’inceneritore non sarà realizzato a Scarpino, una delle cinque macroaree indicate dalla Regione Liguria. A questo punto, ne resterebbero solo quattro e una è a Cengio.
Corrado Olocco
