
ALBA Con “Era Gallizio. Pinot Gallizio e la scoperta della preistoria: reperti, opere, collezionismo” Maria Teresa Roberto ha curato per Alba (con il sostegno dell’Archivio Gallizio e della Galleria d’arte moderna di Torino) nelle sale del museo Federico Eusebio, molto più di una mostra d’arte. L’esposizione che è stata inaugurata sabato 12 aprile, per restare aperta fino a metà ottobre, propone «l’uomo di Alba» nella sua complessità e varietà d’interessi coltivati nel tempo che andò dalla giovinezza (Gallizio ereditò adolescente parte della libreria dell’archeologo Giovanni Battista Traverso) fino all’ultima opera alla quale pose mano prima di morire, l’Anticamera della morte.
Il dialogo tra i reperti neolitici ritrovati da Pinot a guerra in corso e negli anni immediatamente successivi, ancora oggi all’Eusebio, i testi divulgativi da lui curati e altri finora inediti, con opere che rimandano all’archeologia e all’età neolitica, come la grande testa dipinta in arenaria del ’57, oppure ancora alla botanica (il Lichene spregiudicato), anch’essa scienza rappresentata nel museo, mettono la mostra fuori dall’ordinario. È anche esposto il Diario emozionale, il registro contabile trasformato in raccolta di pitture diverse a ogni pagina, avviato tra 1956 e 1957 e proseguito fino al 1960.
Ecco il servizio video di Paolo Rastelli:
Matteo Grasso
