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La chiesa di San Domenico è fredda, niente cori per la Famija Albèisa

La questione era stata posta, in chiave ironica, il 15 febbraio durante l’incontro della Famija e delle maschere albesi con il sindaco Alberto Gatto. Ciuciabarlet e Lasagnon, nell’occasione, gli avevano fornito colbacco e sciarpa da indossare.

San Domenico è fredda, niente cori per la Famija Albèisa
©Marcato

SAN DOMENICO L’appuntamento che caratterizzava il periodo tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, la Rassegna delle corali, si sposterà a settembre. 

Organizzata dalla Famija albèisa in San Domenico, la manifestazione, che quest’an-
no raggiungerà la diciottesima edizione, nel 2024 aveva ospitato oltre quaranta cori provenienti dalle province di Cuneo e di Torino.

Come ha spiegato Massimo Lampugnani, presidente della Famija albèisa, «non abbiamo avuto alternative: il costo da sostenere per il riscaldamento della chiesa è troppo alto. La gestiamo dal 1981 su concessione del Capitolo della cattedrale, fino all’anno scorso Egea si accollava interamente le spese per il gas, che ammontavano a circa dodicimila euro ogni inverno». Ora la situazione è cambiata: «finché non si troveranno soluzioni dovremo tenere chiuso nei mesi più freddi».

La questione era stata posta, in chiave ironica, il 15 febbraio durante l’incontro della Famija e delle maschere albesi con il sindaco Alberto Gatto. Ciuciabarlet e Lasagnon, nell’occasione, gli avevano fornito colbacco e sciarpa da indossare.

Nel 2025 cade il settantennale della Famija albèisa, «per ora abbiamo previsto tre appuntamenti. A giugno si terrà un convegno sulla storia e sulle opere del sodalizio, a settembre ci sarà una serata speciale nell’ambito della Rassegna delle corali e l’8 dicembre tornerà la nostra festa sociale», conclude Lampugnani.  

Davide Barile 

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