
ALBA “Han vist er masche” è il titolo della mostra di Luigi Carbone allestita, per gli ottant’anni dalla Liberazione, nella sala multimediale del chiostro della chiesa di San Giovanni. Sarà svelata giovedì 24 aprile alle 17.30 e, in seguito, resterà aperta da venerdì 25 a domenica 27 e da giovedì 1 a domenica 4 maggio, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.
Il nome scelto richiama l’espressione piemontese che, parafrasando, suona come «hanno patito immani sofferenze». In tutto, spiega il pittore di Lequio Berria, «ci saranno una trentina di opere, prevalentemente oli su tela. I soggetti sono i paesaggi di Langa che solitamente ritraggo, le masche e la lotta partigiana. La mostra è organizzata dall’Associazione San Giovanni e dall’Arvangia. Nello specifico, a insistere molto è stato Mario Proglio, appassionato di storia locale e tradizioni. In precedenza, era stata presentata, il 22 e 23 marzo, allo Spianamento di Diano per le Giornate Fai di primavera».
Dopo il taglio del nastro, giovedì 24 sarà il momento della presentazione del nuovo libro di Carbone, La casa sulla collina. Racconti di Langa antifascista tra due guerre. Pubblicato da Primalpe, stessa casa editrice del suo precedente lavoro, Baraonda “in paesaggio langarolo” del 2022, con un chiaro omaggio a Cesare Pavese nel titolo «narra alcuni racconti di Langa partendo dalle storie della mia famiglia, coinvolta nelle due Guerre mondiali senza volerlo. Per esempio, mio padre Filippo, del 1915, fu fatto prigioniero dai
tedeschi a Montecassino, riuscì a fuggire in modo rocambolesco. Raggiunse Alba in treno e, tornato alla casa dei Binelli, al confine tra Lequio e Rodello, si unì ai partigiani. I suoi fratelli ebbero destini analoghi».
Luigi, il suo omonimo nonno del 1888, «combatté nella Prima guerra mondiale e, in precedenza, nel 1908, lui che era sempre stato nelle Langhe, fu mandato a Messina a soccorrere la popolazione colpita dal terremoto».
Sono presenti rimandi a un suo antenato illustre, il liutaio Giovanni Francesco Pressenda, parente da parte della nonna. Il capitolo “Le masche “Dentro le segrete cose”” parla di un episodio che coinvolse in una vicenda giudiziaria Carbone (disegnatore), Donato Bosca (scrittore) e Bruno Murialdo (fotografo), querelati per un racconto contenuto in Dentro le segrete cose.
«Fu probabilmente una denuncia guidata da don Bergadano: pure lui si era cimentato con la scrittura e penso fosse invidioso del nostro successo. La persona che ci denunciò, in pratica, ci accusò di aver riconosciuto la propria famiglia in un racconto. Il caso ebbe un grande clamore mediatico e contribuì all’impennata delle vendite. In seguito, la denuncia fu ritirata».
Nel 1979, con Bosca e Murialdo, Carbone aveva pubblicato Racconti di masche, edito dalla Famija albèisa e presentato ad Alba da Nuto Revelli. A corredo del nuovo volume ci sono numerose fotografie del presente e del passato di Langa, insieme a opere del pittore.
La copertina riporta la tempera Nonno, guarda che Luna, mentre sul retro c’è La casa dell’autosufficienza, a tecnica mista. «Si tratta di un’ideale cascina della Langa di una volta in cui si produceva tutto ciò che serviva. Pure i rifiuti e gli scarti rientravano nel ciclo».
Davide Barile
