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Marello: «Al centrosinistra serve un progetto: Alba dimostra che si può fare»

Il presidente del Consiglio, dopo le dimissioni, nella seduta di questa sera consegnerà ufficialmente il testimone al suo successore, che molto probabilmente sarà Elena Di Liddo

Maurizio Marello dice basta alla politica 2
Maurizio Marello

ALBA «Ringrazio gli albesi che mi hanno offerto l’opportunità di vivere esperienze decisive e invito i giovani a impegnarsi in politica, come molti stanno facendo»: le parole sono di Maurizio Marello, l’ex sindaco di Alba che ha lasciato a sorpresa (ma non troppo) la presidenza del Consiglio comunale e le cariche provinciali e regionali nel Partito democratico.

Primo cittadino di centrosinistra per dieci anni, poi consigliere regionale del Pd per cinque, Marello non è stato rieletto alle ultime elezioni a palazzo Lascaris, nonostante le 6.500 preferenze, più delle 5.804 ottenute nella precedente consiliatura.

È lui stesso a spiegare: «La scelta di lasciare è stata serena e ponderata, condivisa anche con mia moglie durante un periodo di volontariato in Kenya nei mesi scorsi. Fin dall’inizio della consiliatura, ho avuto riserve sulla mia capacità di rispondere alla fatica che comporta l’impegno politico, vista la ripresa a tempo pieno del mio lavoro di avvocato. Ma, poiché ho collaborato all’elezione di Alberto Gatto, mi è parso giusto compiere con lui e il suo gruppo un tratto di strada. Continuerò a impegnarmi nelle retrovie, lasciando esprimere pienamente una Giunta giovane, che ha bene ingranato».

Marello si lascia alle spalle trent’anni di vita politica militante, con le soddisfazioni, le rinunce e le fatiche che comporta. Dopo aver mosso i primi passi nel mondo cattolico e nelle Acli, l’ex presidente del Consiglio civico, nato ad Alba nel 1966, è diventato consigliere di opposizione in piazza Duomo per dieci anni, per salire poi sulla poltrona di sindaco nel 2009, governando per due mandati, fino al 2019, quando è approdato in Regione. «Si è trattato di un periodo lungo e intenso, un’immersione totale nei problemi della gente e della comunità, che ricorderò con infinita gratitudine. Continuerò a seguire la politica da militante di centrosinistra, credo con una maggiore libertà. Se in città è stato costruito nel tempo un gruppo in grado di presentarsi come un’alternativa credibile, non nascondo che il momento non è entusiasmante per il Pd a livelli più elevati», spiega ancora l’avvocato.

Tra soddisfazioni e momenti difficili

Ma che cosa porterà con sé Marello dell’esperienza da sindaco? «Non posso che vedere i risultati: il via al nuovo Piano regolatore atteso da decenni, il territorio riconosciuto patrimonio dell’umanità, Alba divenuta città Unesco per la gastronomia, la riapertura non scontata della ferrovia verso Asti, le importanti opere pubbliche che hanno cambiato il volto cittadino, l’attenzione al sociale e all’istruzione».

Non sono mancati i momenti difficili, come «la perdita del Comando della Guardia di finanza e del Tribunale, due ferite ancora aperte. Ma l’esperienza più drammatica è stata quella della notte del 24 novembre 2016, quando le acque del Tanaro toccarono il livello più alto dopo l’alluvione del ’94: in quelle ore di lunga veglia, ho sentito sulle mie spalle la responsabilità di oltre trentamila persone», assicura.

Tra oneri e onori, il gusto della politica si può perdere? «Pur non essendo allora tesserato, provengo dalla sinistra democristiana, dal cattolicesimo progressista, dai valori legati alla persona e al bene comune, fondati sulla Costituzione. La stagione più coinvolgente è stata quella dell’Ulivo, quando con Romano Prodi in tanti abbiamo portato avanti un grande progetto unitario per il Paese. Purtroppo, osservo oggi una decadenza generale, con l’emergere di una pericolosissima onda sovranista in tutto il mondo. Dobbiamo prendere atto che è entrata in crisi la democrazia postbellica che abbiamo conosciuto, mentre il Pd, che pure in questi ultimi due anni ha ripreso vigore in percentuale, non riesce a costruire in Italia un progetto alternativo alle destre: metà degli elettori, specie moderati, non va a votare».

Bisogna riconquistare la fiducia delle persone 

Eppure, non fa sconti Marello, se il centrodestra riesce a farsi comprendere «bisogna ammettere che il fronte progressista è stato travolto dai mutamenti culturali, sociali e tecnologici».

E prosegue: «Per la verità, va detto che all’interno di una perdurante crisi economica come l’attuale e con due guerre, è più facile il mestiere di chi sta a destra, poiché comunica soluzioni semplici, con parole che la gente vuole sentire. Il caso dell’elezione di Donald Trump negli Stati Uniti dovrebbe farci riflettere, ma guardando in casa nostra registro che Giorgia Meloni mantiene la fiducia. Occorre resettare tutto e ricominciare, costruendo un rinnovato progetto per il Paese. Credo non manchino le persone adeguate, pure se la selezione della classe dirigente dei partiti, le leggi elettorali senza preferenze, la meritocrazia persa a scapito del leaderismo hanno allontanato gli individui dalla cosa pubblica. L’unica via d’uscita è lavorare con pazienza per arrivare preparati alla prossima tornata elettorale».

Del resto, chiosa l’ex presidente del Consiglio, «se Alba non è più una città di centrodestra non è soltanto un demerito di chi ha governato, ma il merito va ascritto alla capacità del centrosinistra allargato di offrire un’alternativa». E conclude: «Occorre restare vigili, perché mentre la realtà economica non può che dirsi vivace, la forte crescita del turismo è in parte da gestire nell’Albese: i prezzi elevati ci caratterizzano come una destinazione di fascia medio-alta, rischiando di allontanare le famiglie. Inoltre, si allarga la forbice tra chi vive bene e chi ha nulla: il nostro sistema di servizi sociali va pertanto integrato».

 Maria Grazia Olivero

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