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Cresci Piemonte, Cna applaude: «Semplificare è un diritto»

Zanzottera e Genovesio: «La Regione ha ascoltato le nostre richieste»

Cresci Piemonte, Cna applaude: «Semplificare è un diritto»
Giovanni Genovesio - Presidente CNA Piemonte

ECONOMIA –  Cna Piemonte accoglie con soddisfazione la proposta di legge Cresci Piemonte presentata dalla Regione. Il provvedimento, che punta a semplificare le procedure per le imprese e aggiornare la legge urbanistica del 1977, viene letto da Delio Zanzottera e Giovanni Genovesio, segretario e presidente di Cna Piemonte, come una risposta concreta a istanze avanzate già da tempo.

Sburocratizzare per crescere: la direzione è giusta

«La sburocratizzazione – affermano Zanzottera e Genovesionon è un favore alle imprese, ma un diritto di cittadinanza economica. Non si tratta più solo di efficienza amministrativa, ma di giustizia: non è giusto che chi produce debba lottare contro l’apparato stesso che dovrebbe sostenerlo e la Regione Piemonte con questa proposta va nella direzione richiesta».

Proprio a partire da questa visione, lo scorso aprile Cna aveva presentato, nella sua sede regionale, un articolato dossier dal titolo “100 semplificazioni per liberare le piccole imprese”, sottoposto all’attenzione di parlamentari e assessori regionali. Un documento tecnico che raccoglieva proposte concrete per ridurre il peso degli adempimenti su medie, piccole e microimprese.

Meno attese, più certezze per chi investe

Secondo quanto anticipato, il progetto Cresci Piemonte punta a ridurre sensibilmente i tempi di attesa per le certificazioni: dimezzati quelli di competenza regionale e tagliati di un terzo quelli nazionali. Le nuove norme, una volta approvate, saranno valide fino al 2030 e si applicheranno potenzialmente a oltre 5 miliardi di euro in investimenti soggetti a modifiche delle pianificazioni urbanistiche e vincoli di rendicontazione stringenti.

Una sfida per il sistema-Piemonte

«Con Cresci Piemonte – concludono Zanzottera e Genovesiola Regione dimostra attenzione alle esigenze reali del tessuto produttivo. Una riforma che non solo semplifica, ma riconosce finalmente che lo sviluppo economico passa anche dalla capacità delle istituzioni di agevolare chi lavora e investe sul territorio».

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