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La Famija Albèisa festeggia 70 anni di storia, cultura e impegno per Alba

Nella sede di via Pietrino Belli, sabato 7 giugno una cerimonia per celebrare sette decenni di attività con la consegna di una targa del Comune e un ricco racconto di storie, progetti e iniziative

La Famija Albèisa festeggia 70 anni di storia, cultura e impegno per Alba

ALBASabato 7 giugno l’associazione Famija Albèisa ha celebrato i 70 anni di attività nella storica sede di via Pietrino Belli 6, con un evento dal titolo “Un’idea, un progetto, una città. Un percorso costruito da uomini, storie, cultura e iniziative sociali”.

Il riconoscimento del Comune

Durante la cerimonia, il sindaco Alberto Gatto ha consegnato all’associazione una targa commemorativa con la seguente dedica:

“L’Amministrazione comunale di Alba all’Associazione Famija Albéisa in occasione dei 70 anni di attività (1955-2025), con riconoscenza per essere stata in questi anni custode appassionata di tradizioni, usi, costumi, memorie e storie, mantenendo viva l’identità della nostra città e del nostro territorio”.

A ricevere la targa, l’attuale presidente Massimo Lampugnani, affiancato dagli ex presidenti Giovanni Bressano e Antonio Tibaldi, con Tomaso Zanoletti in rappresentanza degli ex sindaci della città.

La Famija Albèisa festeggia 70 anni di storia, cultura e impegno per Alba 1

Dalle origini al presente

Fondata il 1° giugno 1955 da tredici cittadini albesi – tra cui Edoardo Barbero, Luciano Degiacomi e Piero Rolando – la Famija Albèisa ha attraversato sette decenni lasciando un segno profondo nel tessuto culturale e sociale della città. Il racconto delle sue attività è stato affidato ad Antonio Buccolo, che ha ripercorso tappe, protagonisti e iniziative simboliche dell’associazione.

Tra memoria e valorizzazione

Ferdinando Vioglio ha ricordato alcune delle iniziative più significative: la difesa dello sferisterio Mermet, la promozione della pallapugno, la rassegna Kulinarischen Genüsse aus Alba biennale a Böblingen, il celebre riconoscimento del Piatto d’Oro, e il grande impegno per la ristrutturazione della chiesa di San Domenico, iniziato nel 1976. Proprio del recupero della chiesa hanno parlato anche l’ingegner Giuseppe Gobino e l’architetto Claudio Ellena, testimoni dei lavori.

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Le parole del sindaco Alberto Gatto

L’evento, coordinato dal vicepresidente Luigi Cabutto, ha visto la partecipazione anche di Marilisa Riolfo e di Marco Reina, vicepresidente della Famija Turinèisa, che quest’anno celebra il suo centenario.

Nel suo intervento, il sindaco Gatto ha sottolineato l’importanza storica della Famija Albèisa:

«Nel 1955 Alba era molto diversa. In questi 70 anni l’ente morale ha dato qualcosa in più alla nostra città, con progetti come la ristrutturazione della sede comunale affidata alla Famija, il restauro e la gestione della chiesa di San Domenico, il carnevale benefico, la Kulinarischen Genüsse aus Alba. E non dimentichiamo le numerose pubblicazioni che hanno valorizzato il nostro patrimonio culturale».

Un pensiero speciale è andato al presidente più longevo, Giovanni Bressano, che ha guidato l’associazione per 36 anni:

«È stato un vulcano di idee e un trascinatore instancabile. Il suo esempio, insieme a quello di Antonio Tibaldi, Massimo Lampugnani e di tutti i volontari, è un patrimonio prezioso da raccogliere e tramandare alle nuove generazioni. Guardiamo al futuro con gratitudine e responsabilità».

comunicato stampa

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