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Protezione civile: manca un accordo tra il Comune e le associazioni cittadine

Il centrodestra albese interviene sull’accordo tra il Comune e le associazioni di Protezione civile scaduto a fine 2024 e non rinnovato

Protezione civile: manca un accordo tra il Comune e le associazioni cittadine
Emanuele Bolla

ALBA L’ultimo schema di convenzione tra il comune di Alba e le associazioni di Protezione civile che copriva gli anni 2023 e 2024 e prevedeva un accordo con sei realtà: Proteggere insieme odv, Confraternita di misericordia Santa Chiara, Associazione nazionale Carabinieri, Cb club albesi, squadra Aib e Pc e Croce rossa italiana.

L’accordo prevedeva che le associazioni prestassero un servizio di reperibilità, interventi di competenza in occasione di allerte, monitoraggi territoriali, eventi calamitosi, attività di superamento dell’emergenza, attività di assistenza alla popolazione e supporto alle autorità competenti nell’attività di ricerca persone disperse o scomparse.

Il Comune si impegnava al rimborso spese annuo in favore delle stesse per un importo che variava dai 500 ai 2.900 euro, con un impegno massimo complessivo di 12.200 euro.
A oggi l’accordo che regola i rapporti tra comune è scaduto e non rinnovato.

I consiglieri Emanuele Bolla e Massimo Reggio, già assessore alla protezione civile, commentano: «Ringraziamo le associazioni che nonostante l’assenza di un accordo chiaro con il Comune continuano a operare. Questa situazione di confusione è grave e l’Amministrazione deve al più presto stipulare gli accordi con le associazioni di Protezione civile e normalizzare i rapporti, che oggi si reggono solo sulla buona volontà dei volontari».

Poi, continuano: «Il sistema della protezione civile è una cosa seria e delicata e il sindaco, che è anche assessore alla Protezione civile, deve assumere le decisioni relative ai rapporti con le associazioni, che assicurano la gestione delle emergenze e la reperibilità. Allo stato, di fronte a qualsiasi possibile emergenza, ci reggiamo unicamente sul buonsenso e la buona volontà delle associazioni e non è accettabile per una città come la nostra, che ha fatto della protezione civile il proprio fiore all’occhiello, sia a livello territoriale, che a livello nazionale».

 

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