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Verso il 2040: le sfide ecologiche per il territorio dell’Albese

Alba panorama
Foto di Pierangelo Vacchetto

ALBA La comunità Laudato si’ Gazzetta d’Alba è composta da volontari uniti da un fine comune: proteggere l’ambiente dall’azione invasiva umana e ripristinare gli equilibri ecologici e sociali, laddove risultano alterati o danneggiati. Gruppi simili sono nati in tutta Italia in seguito all’omonima enciclica di papa Francesco.

Il 12 giugno i volontari albesi hanno incontrato il sindaco Alberto Gatto per parlare del benessere urbano, e di come la città stia attraversando momenti e sfide complesse dal punto di vista ambientale. Spiega Marianna Porro, una delle volontarie: «La nostra intenzione era riprendere i contenuti di una lettera già inviata all’Amministrazione. Abbiamo parlato del nuovo Piano regolatore: si è posta l’attenzione sull’importanza di immaginare e progettare una città che sia attenta al benessere dei cittadini, favorendo la tutela ecologica e una sempre maggiore consapevolezza e partecipazione culturale e civile».

E prosegue: «Si è concluso da poco il bando con cui verrà scelto il nuovo progettista che, in linea con la normativa nazionale e regionale, si occuperà del nuovo Piano regolatore. Interessante potrebbe essere integrare il suo lavoro con consulenze specifiche di esperti scientifici e ambientali. Come comunità Laudato si’ chiediamo che venga proposta una giornata di confronto tra le varie associazioni operative su queste tematiche, i cittadini che desiderano e l’Amministrazione, per generare un confronto utile al miglioramento».

Secondo la comunità, Alba potrebbe diventare una città-esempio nel territorio sul fronte della sensibilità ambientale, capace di porre attenzione al cambiamento climatico e alle sue conseguenze critiche. Nel concreto, è stato chiesto al sindaco di fermare il consumo di suolo (ovvero il disboscamento e la cementificazione, sempre più impattanti nell’Albese dove le coperture artificiali occupano un quinto del territorio), di favorire la nascita di comunità per la condivisione energetica, di immaginare la creazione di un bosco urbano, di dare continuità anche culturale alle aree verdi già esistenti, collegandole con passeggiate o piste ciclabili.

Conclude Porro: «Il momento insieme si è concluso sottolineando l’importanza del tanto lavoro da iniziare e portare avanti con cura: chiederemo, senz’altro con costanza, una tavola rotonda per pensare insieme a una “Alba del 2040” differente, che solo tutelando davvero l’ambiente potrà dirsi attenta al benessere cittadino».

Marta Andolfi

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