
di Francesca Pinaffo
CUNEO – Per l’acqua pubblica nella Granda, vicenda travagliata che si trascina dal 2019, potrebbe essere davvero in arrivo l’ultima chiamata. Il 12 luglio è la data entro la quale il consorzio Cogesi dovrà liquidare a Egea acque i quasi 70 milioni di euro del cosiddetto valore residuo. Il termine è stato fissato, poco più di un mese fa tramite una diffida, dall’Ato 4 (l’autorità d’ambito provinciale competente per la materia), che ha posto il consorzio di fronte a un ultimatum: o il pagamento o il venire meno della concessione. Che cosa è accaduto nelle ultime settimane? Il 26 giugno si è svolta l’assemblea di Acda (Azienda cuneese dell’acqua), una delle società già entrate nel consorzio pubblico. È stato approvato il bilancio ed è stato dato il via libera all’aumento di capitale di Cogesi, che salirà così da 3 a 6 milioni di euro.
L’operazione finanziaria
È uno dei punti previsti dal piano per liquidare il Vr: saranno le consorziate a sottoscrivere l’aumento, così da patrimonializzare di più Cogesi e rendere la sua struttura più solida. Ma è solo una parte del piano. L’operazione vera e propria coinvolge sempre le consorziate, che copriranno una parte del valore residuo di tasca propria, alcune con fondi già disponibili, ma in generale ricorrendo a finanziamenti. Anche la stessa Cogesi, secondo il piano, dovrebbe contribuire chiedendo un prestito da 27 milioni di euro.
Diversi scenari
Il 27 giugno, poi, il consorzio ha riunito in assemblea i soci. È stato confermato a pieno il Consiglio di amministrazione uscente ed è stata convocata una nuova seduta per dopodomani, 10 luglio: se tutto andrà come previsto, in quell’occasione si procederà con il notaio per l’aumento di capitale e la conseguente modifica dello statuto. Dovranno essere anche approvati tutti i documenti richiesti dagli istituti di credito coinvolti nei finanziamenti. Per il 12, dovrebbe così essere pronta la risposta di Cogesi, fermo restando che anche Egea (oggi Iren), il gestore uscente, è al centro di questa partita. Pare che i torinesi al momento siano fermi sulla loro posizione: se ne potrà parlare solo quando i soldi del Vr saranno sul tavolo e, viste le procedure burocratiche, è verosimile che questo possa accadere non prima di settembre, sempre che tutto vada come previsto. E se l’operazione, alla fine, non dovesse andare in porto? Gli scenari potrebbero essere tre. Il primo: l’Ato potrebbe ritirare la concessione affidata a Cogesi e bandire una gara per trovare un nuovo gestore a livello europeo. Come seconda ipotesi, potrebbe anche imporre il pagamento, dal momento che è l’autorità competente. E, come ipotesi meno drastica, potrebbe concedere a Cogesi un nuovo termine per centrare l’obiettivo.
