Al via la 28ª edizione Asti Musica nel ricordo di Massimo Cotto

Si parte con Barbascura X: la risata che pensa

Al via la 28ª edizione Asti Musica nel ricordo di Massimo Cotto
Barbascura X - foto di Andrea Olimpi

di Andrea Olimpi

SPETTACOLO – Si è aperta nel segno della memoria e della leggerezza la 28ª edizione di Asti Musica, la prima senza il suo ideatore e storico direttore artistico Massimo Cotto, scomparso lo scorso anno. Un’assenza che si è fatta sentire, ma che non ha spento l’energia di una manifestazione che, proprio grazie a lui, è diventata uno dei palcoscenici estivi più amati d’Italia.

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L’assessore Paride Corinaldesi

A rompere il silenzio prima dell’inizio dello spettacolo è stato l’assessore Paride Corinaldesi, salito sul palco di piazza Alfieri per un saluto breve, ma carico di emozione: «Un saluto a Massimo per i suoi 28 di Asti Musica… sì, 28, perché per me lui è ancora qui». In platea, tra il pubblico, anche Chiara Buratti, moglie di Cotto, testimone silenziosa di un momento semplice ma toccante, accolto con un lungo applauso dalla piazza.

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Chiara Buratti con Paride Corinaldesi

Barbascura X e l’arte di far ridere (e riflettere)

C’è una linea sottile tra divulgazione e stand-up comedy, e Barbascura X ci cammina sopra con il passo sicuro di chi sa perfettamente cosa sta facendo. Con “Sono qui per Caos”, il suo nuovo spettacolo teatrale, lo scienziato più scorretto del web approda sul palco per condurre il pubblico in un viaggio tra le meraviglie e le assurdità dell’evoluzione, senza rinunciare alla battuta tagliente e all’ironia dissacrante. Si impossessa della scena trasformando l’atmosfera in un’esplosione di comicità, scienza e irriverenza.

Lo spettacolo, che si muove a metà strada tra il monologo comico e la conferenza divulgativa, non è una lezione mascherata: è un’esplosione di ritmo, sarcasmo e aneddoti scientifici scelti con cura (e con gusto per il bizzarro). Si ride – tanto – ma si riflette altrettanto, su quanto sia improbabile e miracolosa la nostra esistenza, su quanto il disordine sia la vera regola dell’universo.

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Il pubblico di Asti Musica in piazza Alfieri

Tra riferimenti alla rana mimetica, ai rituali riproduttivi improbabili di animali quasi inventati (ma assolutamente reali), e ai cortocircuiti dell’umanità, Barbascura costruisce un racconto che tiene incollati anche i meno appassionati di scienza. Il suo talento sta nell’usare il nonsense per arrivare dritto al senso profondo delle cose: la nostra irrilevanza cosmica, la meraviglia del caso, la fragile complessità che ci tiene in piedi.

Ma il vero colpo di teatro arriva sul finale, quando la narrazione cambia tono, lasciando spazio a una riflessione più intima, quasi filosofica, sull’imprevedibilità dell’esistenza e sul fragile equilibrio che ci tiene in piedi. Una chiusura inaspettata, che si allontana dal tono scanzonato per diventare, per un attimo, universale.

Così si è chiusa la prima serata di Asti Musica, nel nome di chi questo festival lo ha pensato e costruito anno dopo anno, e sotto il segno di un caos che – tra ironia e meraviglia – può ancora insegnarci a guardare il mondo con occhi più curiosi.

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