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Fauna selvatica, la Cia Cuneo spinge sul Parlamento: «Agire ora»

«Riforma urgente e condivisa, danni ormai insostenibili per gli agricoltori»

Fauna selvatica, la Cia Cuneo spinge sul Parlamento: «Agire ora»
Il vicedirettore provinciale Cia Cuneo, Silvio Chionetti, con il direttore provinciale, Igor Varrone

CUNEO – Emergenza cinghiali, aziende agricole in ginocchio e un appello a fare presto: è questo il messaggio lanciato da Cia Agricoltori italiani di Cuneo al termine dell’incontro nazionale tenutosi a Roma con il ministro Francesco Lollobrigida.
«La riforma della legge sulla fauna selvatica è un’opportunità che non possiamo sprecare – afferma il direttore provinciale Igor Varrone –. Bene il disegno di legge proposto dal ministro, ma il Parlamento deve decidere in fretta, per porre fine a un’emergenza che in molte aree interne del Paese sta causando danni insostenibili alle aziende agricole, fino a costringerle ad abbandonare l’attività».

Al centro del dibattito, la revisione della legge 157/1992, ritenuta ormai obsoleta e inadatta a gestire le nuove criticità ambientali, agricole e faunistiche. Una svolta necessaria secondo Cristiano Fini, presidente nazionale di Cia, e Gabriele Carenini, presidente regionale del Piemonte e referente per la fauna selvatica: «Siamo davanti a una svolta epocale. Cia è pronta a lavorare insieme per garantire un equilibrio tra tutela ambientale e attività produttive»

Uno dei punti cardine del ddl proposto è il coinvolgimento diretto degli agricoltori muniti di licenza venatoria e adeguata formazione nei piani di contenimento della fauna, soprattutto dei cinghiali.
Una misura che consentirebbe una gestione più tempestiva del territorio e strumenti concreti per la salvaguardia di colture e bestiame.

Cia guarda con favore anche al potenziamento del ruolo degli Ambiti territoriali di caccia (Atc), chiamati a promuovere sinergie con il mondo agricolo e a incentivare pratiche di riequilibrio faunistico.

Silvio Chionetti, responsabile dell’area zootecnica di Cia Cuneo, ribadisce: «Abbiamo chiesto un fondo di compensazione e procedure snelle per il ristoro dei danni. Serve una cabina di regia nazionale, con la presenza delle organizzazioni agricole, per superare l’attuale frammentazione tra enti».

Sul tavolo anche la Peste suina africana. Il presidente Carenini ha evidenziato le criticità nelle zone infette: «Se è stato giusto evitare la fuoriuscita dei cinghiali, bisogna però compensare gli agricoltori delle aree cuscinetto, che si sacrificano per tutti. E nelle “zone rosse” è essenziale procedere con gli abbattimenti».

Redazione

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