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Il garante Bruno Mellano: «Il carcere albese Giuseppe Montalto va riaperto facendo un progetto chiaro»

Mellano: «Molto dipenderà dal target di detenuti ricollocati ad Alba. Per questo ho già suggerito al sindaco e al provveditore regionale di ragionare su tipo di esecuzione penale tenendo in considerazione anche le caratteristiche del territorio»

Il garante Bruno Mellano: «Il carcere albese Giuseppe Montalto va riaperto facendo un progetto chiaro»

IN CARCERE «Alba merita un progetto di esecuzione penale che tenga conto della realtà sociale, economica, dell’attenzione del territorio e delle istituzioni volte a dare un contributo anche innovativo», ha spiegato il garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale Bruno Mellano aprendo il dibattito sulla casa di reclusione Giuseppe Montalto di Alba.

Prossima alla riapertura, martedì primo luglio ha accolto una delegazione intenta ad accertare l’andamento dei lavori di ristrutturazione avviati dopo la chiusura nel 2016 per alcuni casi di legionella.

La delegazione in visita al Montalto

Il gruppo composto dal sindaco Alberto Gatto, dall’assessora ai servizi sociali Donatella Croce, dai consiglieri comunali Fabio Tripaldi ed Emanuele Bolla e dai due garanti (comunale e regionale) Emilio De Vitto e Bruno Mellano, è stato accompagnato dal direttore Nicola Pangallo e dal comandante della Polizia penitenziaria Gianni Del Vecchio.

Dopo i lavori avviati nel giugno 2017 l’istituto era stato parzialmente riaperto con l’utilizzo delle due palazzine detentive a corredo del corpo centrale e da maggio 2021 la palazzina ex femminile è stata trasformata nell’attuale casa lavoro capace di ospitare 54 internati, mentre l’altra palazzina in uso tuttora è dedicata a una decina di semiliberi.

Come aveva anticipato il direttore Pangallo a Gazzetta d’Alba, la delegazione ha potuto notare come le camere di pernottamento siano state completate e si stiano ultimando le murature per il riallestimento degli spazi con gli arredi necessari. Intanto sono stati avviati i lavori di rifacimento della cucina. L’intera opera dovrebbe essere pronta entro la fine dell’anno con l’allestimento della centrale termica, il rifacimento dei locali caldaia e gli interventi di ripristino della caserma agenti e del fabbricato della direzione.

Alla riapertura il Montalto disporrà di 177 nuovi posti a cui se ne aggiungeranno altri 48. Infatti, successivamente, saranno ampliati gli spazi con i primi due moduli prefabbricati che permetterebbero di aumentare ulteriormente la capienza detentiva.

Il dibattito in IV Commissione 

Il dibattito e le riflessioni sul presente e sul futuro del Montalto sono proseguite in Comune nella IV Commissione consiliare. Durante la seduta i vertici del carcere e i garanti hanno aggiornato i commissari sulla situazione.

Al sollecito del garante Mellano ha risposto il sindaco Gatto. «Come abbiamo constatato sono state fatte opere importanti che danno dignità alla struttura. Ora auspichiamo che siano rispettati i tempi. Si apre una nuova fase per il carcere albese. A pieno regime potranno essere accolti 250-300 detenuti. Questo influirà sulla gestione penitenziaria e sul rapporto con la città. Servono servizi di collegamento con il centro. A oggi il Montalto non è facilmente raggiungibile soprattutto per i familiari. Per questo collaboreremo con la direzione, con il provveditorato e con i garanti».

All’impegno dell’Amministrazione ha fatto appello pure Pangallo: «La realtà penitenziaria è molto articolata. È compito dell’Amministrazione, attraverso tutte le sue articolazioni favorire il reinserimento e la risocializzazione dei detenuti. Ciò può realizzarsi attraverso la programmazione e il confronto».

Tuttavia, come spiega Mellano, «molto dipenderà dal target di detenuti ricollocati ad Alba. Per questo ho già suggerito al sindaco e al provveditore regionale di ragionare su quale tipo di esecuzione penale può essere utile, non solo alla luce della logica dell’amministrazione penitenziaria (sicuramente interessata ad alleggerire altri istituti sovraffollati), ma anche per il territorio albese e il suo tessuto sociale. Va fatto un ragionamento, perché la struttura albese passerà da essere il più piccolo degli istituti penitenziari del Piemonte a uno medio-grande». Di questo i garanti e il sindaco parleranno a metà luglio col provveditore Mario Antonio Galati.

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