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Il Pm appella la sentenza di Feudo 2 per nove degli imputati

Il Pm appella la sentenza di Feudo 2 per nove degli imputati
©Rossanino

di Elisa Rossanino

IN TRIBUNALESe il pubblico ministero non è d’accordo con la decisione del giudice si torna in aula. Sono passati poco meno di 4 mesi dalla sentenza di primo grado letta nelle aule del Tribunale di Asti che sembrava poter concludere il procedimento per malversazioni avviato con le indagini delle Fiamme gialle e denominato Feudo 2 in tre Comuni della sinistra Tanaro. Eppure il pubblico ministero Davide Lucignani non ci sta e nei giorni scorsi ha presentato appello.

Con un colpo di spugna venerdì 14 marzo la giudice Elisabetta Chinaglia con i giudici a latere Matteo Bertelli Motta e Roberta Dematteis dopo una lunga camera di consiglio aveva cancellato le 24 imputazioni formulate dal Pm scagionando i dodici imputati tra sindaci, funzionari e professionisti perché «il fatto non sussiste» oppure «non costituisce reato».

Ora l’articolato appello sviluppato in oltre 70 pagine riapre le danze per nove di loro e solo per alcune accuse. Restano fuori dai giochi l’ex sindaco di Santo Stefano Roero Renato Maiolo (protagonista anche di altri due tronconi processuali) difeso dall’avvocato Roberto Ponzio, Federica Borello difesa dall’avvocato Vittorio Gromis di Torino e Cinzia Gotta assistita dall’avvocata Michela Malerba di Torino.

Scrive Lucignani: «Chiedo di riformare l’appellata sentenza e si chiede alla Corte d’appello di Torino di condannare gli imputati Giovanni Careglio, Felice Scotta, Piermichele Gallo, Carla Bonino, Aldo Gaspare Pugnetti, Valter Peisino, Giuseppe Steffanino, Fulvio Coraglia e Gianluca Gomba per i reati a loro ascritti».

In particolare il Pm richiama l’attenzione sulla requisitoria scritta il 10 febbraio 2025 e alla memoria di repliche del 13 marzo del 2025.

Ora spetterà alla Corte d’appello ascoltare le memorie degli imputati per decidere se accogliere l’appello e riformare la sentenza di primo grado emessa a marzo.

Una richiesta che ha sorpreso alcune delle difese e soddisfatto altre. Commenta Roberto Ponzio: «Con compiacimento prendiamo atto che nei confronti di Maiolo non è stato proposto appello. Ne consegue che la sentenza di proscioglimento emessa dal Tribunale di Asti è diventata irrevocabile e non più modificabile. Sul punto ovviamente concordiamo con la valutazione del Pm. Confidiamo che l’estraneità dell’ex primo cittadino di Santo Stefano Roero accertata definitivamente nel processo Feudo 2 possa estendersi anche agli altri tronconi processuali in cui è coinvolto».

Sorpresa invece la difesa dell’ex sindaca di Vezza d’Alba Carla Bonino. «ll Pm fa riferimento solo ad alcuni capi d’imputazione che riguardano i lavori al rio Borbore. Gli altri sono caduti in giudicato. Fare appello è un suo diritto, ovviamente non siamo d’accordo, noi condividiamo la sentenza e la decisione ci ha lasciati sorpresi, ma ora andremo tranquillamente in Corte d’appello a difenderci come abbiamo fatto fino a ora», commenta l’avvocato Marco Calosso. Della stessa linea anche Silvia Calzolaro, legale del vicesindaco vezzese Giuseppe Steffanino: «Ci difenderemo, ma non ce lo aspettavamo».

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