
di Manuela Zoccola
ASTI – Dopo un eccezionale intervento correttivo di aritmia cardiaca, eseguito all’ospedale cardinal Massaia di Asti, Francesco Altieri, classe 1974, torinese, è stato dimesso nei giorni scorsi con il sorriso sulle labbra. L’uomo ha superato con successo l’intervento che, per livello di difficoltà, risulta a oggi tra i pochissimi al mondo, secondo quanto noto alla letteratura scientifica.
Durato oltre 4 ore, l’intervento è stato condotto dal dottor Marco Scaglione, direttore della struttura di cardiologia dell’ospedale astigiano e del dipartimento di medicina dell’Asl locale, nonché professore a contratto presso l’Università di Verona (a dicembre interverrà al congresso mondiale di Hong Kong sulla cardiologia pediatrica). Lo hanno affiancato la sua équipe e il dottor Alessandro Bianchi, direttore della Soc di anestesia e rianimazione.
Il dottor Scaglione ha spiegato: «Il paziente inviato da colleghi piemontesi ad Asti, in quanto centro di riferimento regionale e internazionale, presentava tre diversi fattori di complessità. Il primo riguardava l’assenza della vena cava inferiore a livello addominale, via d’accesso privilegiato per portare il catetere al cuore passando dalle gambe, come avviene abitualmente. Si è deciso, quindi, di utilizzare la vena giugulare nel collo. A livello internazionale, si registrano pochissimi casi di interventi simili; uno era stato realizzato da noi su una giovane paziente nel 2023».
A rendere ulteriormente complessa la manovra hanno contribuito due altre particolarità del paziente: la destrocardia, cioè la rara anomalia congenita per cui il cuore si trova nella parte destra del torace, anziché in quella sinistra, e il Situs viscerum inversus, condizione in cui tutti gli organi interni sono disposti a specchio rispetto alla loro posizione normale. La fibrillazione atriale, che da tempo affliggeva Francesco, è stata corretta grazie all’innovativa tecnica di elettroporazione, che utilizza impulsi elettrici ad alta intensità e brevissima durata per colpire selettivamente le cellule cardiache responsabili del battito irregolare. A differenza delle tecniche tradizionali, non genera calore e non danneggia i tessuti sani circostanti. Inoltre, la forma del catetere ha permesso di raggiungere punti altrimenti non raggiungibili.
La cardiologia di Asti è tra le poche strutture italiane dotate di questa tecnologia innovativa, segnalandosi per essere stata la prima ad averla utilizzata su un paziente con la complessità descritta. Inoltre, la cardiologia del Massaia è tra le poche in Italia ad eseguire interventi di alta complessità negli adulti, sui bambini e in pazienti affetti da cardiopatie congenite: il 66% delle pluricentinaia di pazienti che vi afferiscono giungono dal Piemonte e dal resto del Paese.
A livello nazionale è sede di training per l’Associazione italiana di aritmologia e cardiostimolazione ed è collegata con numerose Università, che inviano specializzandi ad Asti per completare il loro percorso di formazione. Per quest’ultima è punto di riferimento anche a livello internazionale. Nel 2022, la Regione Piemonte l’ha riconosciuta quale centro di alta specializzazione e di riferimento piemontese per l’elettrofisiologia interventistica e l’aritmologia.
Secondo l’ultimo rapporto di Agenas, la cardiologia astigiana è prima in Piemonte (quinta in Italia) per tasso di sopravvivenza per infarto a 30 giorni dalla dimissione e sempre prima a livello regionale (ventesima in Italia) per rapidità nell’esecuzione dell’angioplastica nei pazienti con infarto, dall’arrivo in Pronto soccorso all’ingresso in sala interventistica, che cura circa 200 casi in urgenza su un volume complessivo annuo di circa 1.300 procedure di emodinamica e una dozzina di protesi aortiche. Inoltre, è stata la prima al mondo che ha impiegato l’ipnosi per gestire l’analgo- sedazione nell’impianto di un defibrillatore sottocutaneo, tecnica poi utilizzata su oltre 2mila pazienti.
