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La storia / Prosegue in Africa il giro del mondo iniziato da nonna Savina

I Paesi visitati nel suo ultimo viaggio sono stati Ghana, Benin, Togo, Namibia, Botswana, Zambia, Zimbabwe, Ruanda e Uganda

La storia / Prosegue in Africa il giro del mondo iniziato da nonna Savina

di  Davide Barile

LA STORIADa circa due anni, Savina Sciacqua ha deciso di completare il giro del mondo. La 64enne che ha già viaggiato parecchio per il suo lavoro di giornalista di viaggi, partiva da una buona base.

Vissuta per dieci anni ad Alba, dove è nata sua figlia Cristiana, parallelamente alla decisione di visitare tutto l’ecumene ha scelto di «diventare nomade». Lo ha fatto depositando i propri averi «in sette valigie. Come base in Italia uso l’appartamento di un amico a Ricca».

Ora il conteggio dei Paesi in cui è entrata arriva a circa centoquaranta. Da pochi giorni Savina è tornata dall’esplorazione di nove nazioni africane durata sei mesi. Tutte le sue avventure sono documentate e raccontate sul canale Instagram La nonna che viaggia. Spiega Savina: «Ho anche il profilo La nonna che parla. Con i miei nipoti, pure loro in viaggio per il mondo con i genitori, sono poche le occasioni per incontrarci. Così ho deciso di iniziare a registrare per loro delle “Favole reali”, in cui racconto, per esempio, le caratteristiche biologiche degli animali. E per latela.com, piattaforma creata da mia figlia Carlotta, realizzo pure audiolibri».

I Paesi visitati nel suo ultimo viaggio sono stati Ghana, Benin, Togo, Namibia, Botswana, Zambia, Zimbabwe, Ruanda e Uganda. «Girare l’Africa da sola regala esperienze dolci, ma anche pepate. Si è sempre fuori dalla propria zona di comfort», assicura Savina.

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In Benin su una moto taxi

In ogni posto che raggiunge, la nonna che viaggia è solita visitare i cimiteri: alcune esperienze sono raccolte nel libro Ricordateci così, scritto insieme a Maria Teresa Ruta. «Mentre ero in Zimbabwe, ho chiesto a un tassista di portarmi in un cimitero fuori città. Soltanto dopo essere arrivata ho capito che mi aveva lasciato in un posto sbagliato, chissà, magari lo ha fatto inconsciamente perché lì era seppellito qualcuno a lui caro. Risolvere la situazione e raggiungere un posto in cui mi sentissi sicura è stato molto difficile».

Le prove affrontate da Savina sono state molte. In Zambia «ho preso uno di quei grandi bus locali per andare da Livingstone a Lusaka, la capitale, che distava circa cinquecento chilometri. Dopo due ore dalla partenza il pullman si è rotto e dopo altre due ore in cui armeggiavano a mani nude sul motore, ho capito che avremmo fatto notte. In quel momento è arrivato un furgone, tipo un Mercedes Sprinter, che andava a Lusaka. Ho agito d’istinto, ho pagato il biglietto e ci sono saltata sopra. Ero l’unica bianca e dentro saremmo stati almeno in cinquanta, alcuni seduti su uno sgabello, altri in piedi».

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In Botzwana

Altra avventura è capitata in Uganda: qui, «dopo due giorni di braccio di ferro con la reception di un albergo, ho chiamato la Polizia per avere indietro i miei soldi. Mi avevano garantito che ci fosse il Wi-fi, ma in realtà non c’era. Il poliziotto capo, vedendo lo scambio di e-mail in cui mi confermavano di poter avere la connessione in camera, ha intimato loro di rendermi il denaro. Alla fine, mi hanno pure pagato il taxi fino al nuovo hotel».

Quelli appena descritti «sono solo una parte degli aneddoti che mi sono capitati. In pratica, mi alzavo al mattino e mi dicevo “vediamo cosa devo risolvere oggi”. Ero diventata bravissima a sorriderci sopra».

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Savina davanti alla cartina dell’Africa

L’Africa «mi ha fatto un grande regalo. In Ghana, in un villaggio disperso in mezzo al nulla, un pomeriggio, attorno a un baobab, ho visto gli anziani raccontare storie ai più piccoli. E lì mi si è accesa una lampadina. Prima della diffusione dei libri, la conoscenza è stata, sempre e ovunque, trasmessa con la narrazione orale. Quella scena familiare mi ha permesso di strutturare meglio la mia missione e proseguire il percorso con gli audiolibri della Nonna che parla. Ora so che promuovere il talento dell’ascolto nei bambini aiuta anche a fissare l’attenzione sulla vita. In un mondo che va sempre più veloce, per le persone che stanno crescendo concentrarsi sull’ ascolto sarà un vero aiuto».

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