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L’intervista / Valter Lannutti, che rilancerà l’ex stamperia di Govone: «L’Albese è l’ideale per nuove progetti»

Il racconto di un'operazione tutta made in Granda

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Il sito dell'ex stamperia.

di Beppe Malò

ALBA Uno dei siti industriali più estesi tra Albese e Astigiano, dismesso da cinque anni, tornerà attivo. In una nuova veste. Si tratta dell’ex stamperia Miroglio in località Sottere, acquisita dal gruppo Lannutti di Cuneo, uno dei colossi europei dei trasporti e della logistica.

Parliamo di un’area di oltre 200mila metri quadri, che fino al 2020 ospitava uno degli stabilimenti più all’avanguardia nel settore tessile a livello internazionale. Nell’anno della prima ondata di Covid-19, subito Miroglio aveva riconvertito il sito, destinandolo alla produzione di mascherine. Poi, come una doccia fredda per i 150 dipendenti, era arrivata la notizia della liquidazione e della chiusura.

Ma ora si aprirà una nuova fase, grazie a un’operazione tutta made in Granda. In un contesto generale in cui le imprese cuneesi restano positive, ma subiscono il contraccolpo di ciò che sta accadendo a livello internazionale – come riporta nei suoi studi Confindustria Cuneo, con riferimento a comparti come la manifattura –, c’è chi investe e continua a crescere. Il gruppo Lannutti è tra questi, con oltre 50 anni di storia, più di mille addetti e una flotta di 3mila mezzi.

Gazzetta d’Alba ne ha parlato con Valter Lannutti, Ceo del gruppo.

A Govone sorgerà un nuovo polo logistico: da dove nasce questa idea, Lannutti?

«Se posso essere sincero, Alba e la Miroglio non erano proprio nei miei pensieri. Anche se io, di nascita, sono albese. E mio padre, autista per il Consorzio agrario di Cuneo, ci ha vissuto per anni con la famiglia, in via Ospedale. Nulla accade per caso, come si dice. Un collega, non molto tempo fa, mi ha proposto di acquisire la sua attività, che aveva raggiunto una dimensione troppo impegnativa. L’ho fatto e così il problema è diventato mio. A iniziare dalla necessità di trovare spazi adeguati per ospitare mezzi pesanti, magazzini, uffici e tutto l’occorrente per far viaggiare nel mondo merci, in modo moderno e razionale. Forse c’era un disegno che mi voleva davvero a Govone».

Valter Lannutti, che rilancerà l'ex stamperia di Govone: «L'Albese è l'ideale per nuove progetti»
L’imprenditore Lannutti.

Ma non può essere solo questo, però.

«Mi piace crederlo. Poi, sia chiaro, un imprenditore deve agire in modo razionale. Abbiamo preso in considerazione 200mila metri quadri di un’area postindustriale, strategicamente localizzata tra Alba e Asti, a pochi passi da un casello, dove ci sarà tanto spazio per movimentare i mezzi, per le operazioni di carico e per tutto il necessario. Avevamo bisogno di circa 50mila metri quadrati di superficie coperta e a Govone ci sono. Dovranno essere trasformati secondo le nostre necessità e ristrutturati. Sarà forse più costoso che partire da zero, ma anche più interessante».

Non è certo la prima acquisizione per voi, Lannutti?

«Sì, in passato, abbiamo acquisito la sede della Michelin di Fossano e, a Mondovì, il sito produttivo di una ex fabbrica di container, sempre per dare spazio ai nostri progetti».

Fossano, Mondovì, Govone, a pochi passi da Alba: tre delle sette sorelle oggi sono legate al gruppo Lannutti. Un piano importante.

«Alba è certamente quella più vivace. È un luogo ideale per mettersi al vento, per cogliere occasioni, per fare impresa. Questo perché si colloca in un territorio che non si regge soltanto su turismo e cultura: qui le persone hanno compreso che il lavoro crea le precondizioni per vivere meglio e apprezzare di più le eccellenze locali. Parliamo di un’area con un tessuto imprenditoriale ricchissimo e diversificato. Per quanto ci riguarda, non c’è ancora un concorrente ben strutturato e competitivo. Abbiamo trovato uno spazio industriale dismesso in attesa di essere riqualificato, senza consumare suolo e in chiave di sostenibilità. Non è un caso che il verde sia il colore dei nostri mezzi e il simbolo del nostro gruppo».

Lei ha fatto una scelta impegnativa: è questo il momento giusto per investire?

«Certamente sì! E non soltantoo per la notissima bivalenza della parola crisi, che rappresenta senza dubbio una difficoltà, ma allo stesso tempo un’opportunità. Se potessi dare un consiglio a un imprenditore, oggi gli direi di diventare uno specialista. Il mondo è sempre più complesso e non si può padroneggiare tutta una filiera: la produzione, i fornitori, il mercato, il confezionamento, i macchinari, il packaging, la qualità dei risultati, la burocrazia, le risorse e tutte le variabili che oggi entrano in gioco nel fare impresa. Ora è il momento giusto per alzare gli occhi e guardare avanti».  

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