
di Pierangelo Vacchetto
RODDINO – Si è conclusa con grande partecipazione e intensità l’edizione 2025 di Mataria ’d Langa, il festival di Roddino nato per unire musica, arte e cultura nel segno dello spirito di comunità. Tre giorni ricchi di emozioni, che hanno mescolato riflessione e divertimento, memoria e innovazione, portando nel piccolo borgo delle Langhe persone da tutta Italia.
I Gang celebrano trent’anni di musica a Roddino
Sabato 19 luglio, la piazza si è accesa con l’atteso ritorno dei Gang, che proprio a Roddino, nel 1995, tennero uno dei loro primi concerti. I fratelli Marino e Sandro Severini hanno festeggiato trent’anni esatti da quel debutto, coinvolgendo il pubblico con i loro ritmi funk e blues, fino al lancio di palloncini colorati a fine concerto.
La serata si era aperta con l’esibizione di Paolo Bonfanti, poi tornato sul palco insieme ai Gang per i bis finali. Prima di concludere, il sindaco Marco Andriano ha consegnato ai Gang una targa speciale, proclamandoli “roddinesi dell’anno” tra applausi ed emozione.
Incontri sul dissenso e musica d’autore per il gran finale
Domenica 20 luglio il festival ha aperto il sipario con una giornata culturale dedicata al tema “Diritto o Dovere al Dissenso?”. Tra gli ospiti Carlo Greppi e Boban Pesov, accolti da oltre centocinquanta persone. «Un segnale forte – ha sottolineato il sindaco Andriano – sulla necessità di ampliare l’offerta culturale anche con incontri con autori, oggi troppo rari nel nostro territorio».
La sera, la piazza di Roddino si è trasformata in un’opera in tre atti, con tre concerti dal respiro diverso ma perfettamente allineati nello spirito.
Ha aperto la serata Navenera, con atmosfere oniriche tra psichedelia, suggestioni mediterranee e suoni cinematici. È seguito il ritorno dei Loschi Dezi, band storica piemontese guidata da Luca Morino, che proprio nel 1992 aveva inaugurato la prima edizione del festival. Il pubblico ha accolto con calore la loro carica rock, tra balli, cori e commozione.
A chiudere, la poesia musicale di Dente, con un set voce e chitarra intimo ed essenziale. Brani come “Vieni a vivere” e “L’amore non è bello” hanno creato un finale dolce e sospeso, tra ironia e delicatezza.
Gastronomia, volontari e visioni future
Accanto alla musica, anche la gastronomia ha avuto un ruolo centrale, con piatti locali ed etnici serviti tra stand e muretti del borgo, grazie al lavoro impeccabile dei volontari della Pro Loco e dei giovani del paese. «Abbiamo fatto ancora un miracolo» ha commentato il sindaco Andriano. «C’era gente da ogni parte d’Italia, e chi partiva lo faceva con gli occhi lucidi».
Soddisfazione anche da parte del presidente della Pro Loco Giancarlo Gilardi, che ha già fissato l’appuntamento per luglio 2026, quando si celebrerà la 35ª edizione. Un traguardo importante per un festival che ha dimostrato, ancora una volta, di essere molto più di un evento: un tempo, un luogo e uno spazio dove musica, pensiero e comunità si intrecciano.
