
di Davide Barile
RASSEGNA MUSICALE – Cinque concerti che promettono il tutto esaurito: così si presenta l’edizione numero quarantanove di Monfortinjazz, in programma dal 5 luglio al 3 agosto all’auditorium Horszowsky di Monforte. L’organizzazione è a cura dell’associazione Monfortearte con il direttore artistico Renato Moscone e il supporto di Ponderosa. Per acquistare i biglietti, si può fare riferimento ai siti Ticketone, Ticketmaster, Mailticket, all’edicola di Elisa Bruno e all’ufficio turistico di Monforte.
Spiega Adolfo Ivaldi, presidente di Monfortearte: «Tutto è preparato nei minimi dettagli grazie ai nostri 35 volontari. A ognuno è affidato un incarico, dai biglietti alla gestione dei camerini. È nostra responsabilità pure controllare che tutto si svolga correttamente durante i concerti. Oltre alla qualità indiscussa degli ospiti, il punto di forza del festival risiede nell’impegno gratuito di tante persone. Le quali, indirettamente, sono ripagate: oltre ad assistere ai concerti, chi opera dietro le quinte vede le prove, uno spettacolo nello spettacolo. In tali momenti si conosce la persona che, di solito, si nasconde con la maschera dell’artista. Negli anni, abbiamo visto di tutto, dal più scanzonato al più burbero».
Monfortinjazz inizierà sabato 5 luglio alle 21.30 con i 40 fingers. «Si tratta di un quartetto di chitarristi italiani di livello eccezionale, specializzati nelle cover di successi rock, pop e di colonne sonore. Hanno un grande seguito, in Italia e all’estero, e nei loro concerti si limitano a suonare senza cantare». Insieme dal 2017, sono Matteo Brenci, Emanuele Grafitti, Enrico Maria Milanesi e Andrea Vittori. Hanno ricevuto elogi da parte dei Queen per la loro versione di Bohemian rhapsody e, negli anni, hanno collaborato con Andrea Bocelli, Tori Kelly e Andy Summers dei Police. Con quest’ultimo, hanno rielaborato Bring on the night. Ognuno di loro è in grado di esprimersi con diversi modi di suonare la chitarra, dal fingerpicking alle armonizzazioni più complesse.
La rassegna proseguirà martedì 15 luglio alle 21.30 con Kamasi Washington. Sassofonista e compositore, nato a Los Angeles nel 1981, è conosciuto per la sua capacità di esplorare linguaggi musicali differenti ma sempre nell’ambito del jazz. Tra i suoi successi, spicca la colonna sonora del documentario su Michelle Obama di Nadia Hallgren, con la quale ha ottenuto la candidatura ai Grammy e agli Emmy. A Monfortinjazz presenterà il nuovo album, Fearless movement, uscito lo scorso anno per l’etichetta Young.
Domenica 20 luglio alle 19 sarà il momento della The original Blues brothers band. Sorta su spinta di Dan Aykroyd e John Belushi per il film del 1980 di John Landis, da allora ha proseguito con i musicisti contraddistinti dal particolare abbigliamento tutto nero, compresi gli occhiali, e camicia bianca. La formazione ha collaborato con Paul McCartney, Frank Zappa, Dr. John, Paul Simon e la Snl band: in attività, vi sono ancora due dei membri originari, Lou Blue Marini al sassofono e Tom Bones Malone al sassofono baritono e al trombone.
Brad Mehldau, pianista jazz ospite a Monforte già nel 2021, sarà l’artista atteso mercoledì 30 luglio alle 21.30. Insieme a lui, ci saranno Felix Moseholm al contrabbasso e Jorge Rossy alla batteria. Nato a Jacksonville, in Florida, nel 1970, secondo il New York Times «è il pianista jazz più influente degli ultimi vent’anni».
L’ultimo ospite, domenica 3 agosto alle 21, sarà Edoardo Bennato. Il concerto del cantautore partenopeo fa parte del tour “Sono solo canzonette”, titolo del suo settimo disco, uscito nel 1980.
«Manteniamo un alto livello di musica colta con qualche contaminazione pop. Nell’edizione di quest’anno ci sarà una forte impronta jazz. Già da qualche settimana, noto che i turisti stranieri in giro per Monforte, quando leggono i nomi, spalancano gli occhi e rimangono stupiti che artisti di tale calibro possano venire nel nostro paesino. Per la chiusura, trovo significativo l’aver invitato Edoardo Bennato. Penso sia l’autentico Bob Dylan italiano, sia per lo stile dei brani sia per abbigliamento e movenze. Per me, la sua L’isola che non c’è è uno dei grandi capolavori della musica», parola di Adolfo Ivaldi.
Infine, un’anticipazione per i cinquant’anni di Monfortinjazz nel 2026: «Ci sarà una grande celebrazione: probabilmente aumenteremo il numero dei concerti e proporremo appuntamenti collaterali».