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Operazione contro lo spaccio a Bra, eseguiti undici arresti e sequestrati 800 grammi di cocaina

Smantellato un pericoloso sodalizio criminale dedito a produzione e spaccio

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BRA – In molti hanno notato l’elicottero dei Carabinieri in sorvolo sulle case di Bra nella mattinata del 17 luglio: la presenza del velivolo era di supporto all’azione di un copioso contingente di militari del comando compagnia Carabinieri di Bra, supportati dal comando provinciale di Cuneo e da unità cinofile che hanno tratto in arresto 11 persone di nazionalità albanese, tutte ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di spaccio, produzione e coltivazione di sostanze stupefacenti e furto di energia elettrica. L’operazione ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Asti.

Altre 7 sono attivamente ricercate in ambito internazionale, attraverso i canali di cooperazione di Polizia.

Operazione contro lo spaccio a Bra, eseguiti undici arresti 1

Due diverse bande dedite allo spaccio

Le attività costituiscono l’epilogo investigativo dell’indagine denominata convenzionalmente Djali, iniziata a ottobre dello scorso anno, che ha permesso di ricostruire, attraverso intercettazioni telefoniche e pedinamenti, l’operatività di tre differenti gruppi criminali, due dei quali specializzati nello spaccio al dettaglio di cocaina, in particolare nella zona del braidese, tramite la tecnica del djali (che in lingua albanese significa ragazzo), ovvero mediante il reclutamento di giovani tra i 20 e 25 anni che, fatti arrivare in Italia con il visto turistico valido per 90 giorni, venivano poi impiegati dal sodalizio criminale quali pusher, corrispondendo loro un compenso mensile di circa 3mila più il vitto e l’alloggio. Allo scadere dei 90 giorni l’organizzazione rimpatriava i giovani, che venivano sostituiti da altri connazionali, sempre muniti di visto turistico con un avvicendamento continuo.

Tale meccanismo di turn-over, consolidatosi negli anni, facilitava l’impunità dei soggetti che, se non compiutamente identificati, una volta rientrati in patria facevano perdere le loro tracce.

Il mercato dei due differenti gruppi fruttava guadagni giornalieri di oltre mille euro, proventi che venivano poi spediti in Albania tramite corrieri specializzati nel trasporto di persone e valuta nella tratta Italia-Albania.

Una banda si occupava della coltivazione

Un terzo gruppo di persone incluso nell’operazione si era altamente specializzato nell’attività di coltivazione indoor di cannabis sativa, con piantagioni attive in diverse località del Nord Italia e capaci di generare guadagni milionari.

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Nel corso delle varie fasi investigative i militari dell’Arma hanno rivenuto vastissime coltivazioni occulte, recuperando più di una tonnellata di sostanza stupefacente (tra marjuana già confezionata e piante di cannabis sativa), dal valore stimato, per la vendita al dettaglio, di circa 1,5 milioni.

Gli appartenenti al sodalizio criminale, tutti di nazionalità albanese, erano attivi nel settore da decenni, utilizzando per l’attività illecita tecnologie e apparecchiature all’avanguardia, tanto da essere considerati dai loro colleghi di altri sodalizi dediti all’illecita coltivazione di stupefacenti dei professionisti, utili alla consulenza e alla collaborazione per la riproduzione del miglior habitat per la crescita delle piante e lo sviluppo delle inflorescenze dalle quale ricavare lo stupefacente.

La complessità delle attività criminali si è estrinsecata attraverso uno schema operativo consolidato, che ricalca dinamiche aziendali dell’economia reale lecita, con l’utilizzo di personale reclutato per alcuni mesi di lavoro e periodicamente sostituito.

Durante l’operazione e le attività di perquisizione presso i rispettivi domicili, sono stati altresì rivenuti 800 grammi di cocaina e 15mila euro in contanti.

“Operazione Djali”: i Carabinieri di Bra smantellano un sodalizio criminale legato allo spaccio.
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