
di Davide Barile
ALBA – Il prossimo 22 novembre saranno 102 le candeline che spegnerà l’albese Luigi Carosso, il decano dei commercianti della città delle cento torri. Al raggiungimento del secolo d’età, Carosso era stato festeggiato dai familiari e dai rappresentanti dell’Aca nello storico negozio di via Maestra, oggi enoteca e drogheria.
Grazie a lui, testimone diretto della trasformazione del centro storico albese, è possibile ripercorrere la storia degli ultimi decenni della città. Il suo racconto comincia così: «Iniziai a lavorare nel settore del commercio all’età di quattordici anni. Effettuavo le consegne per un negozio che allora era in piazza del Duomo e si chiamava Martelli. Tutto era fatto a mano o con le gerle: non esistevano altri mezzi di trasporto. In seguito, sono arrivati il carretto, la bicicletta e il triciclo».
Luigi rimane al suo posto e, nel 1948, «dopo qualche cambio di gestione, arrivò Silvani Giacheri, un’azienda torinese specializzata nel commercio all’ingrosso e al dettaglio di alimentari e dolci». Nel 1955, il titolare inizia a seguire direttamente il punto vendita di corso Regina Margherita a Torino: «Mi lasciò la responsabilità del negozio albese, nel quale erano in servizio anche quattro commesse». Luigi continua fino al 1972, quando rileva l’attuale negozio «che in precedenza era della signora Severino». E prosegue, passo dopo passo: «Nei primi anni, mia moglie, mancata nel 2008, fece da coadiuvante, poi mi aiutarono i miei figli Gianfranco e Walter. Quest’ultimo, con la moglie Nadia, gestisce l’attività dal 1987. Ho continuato a dare una mano, lasciando tutte le responsabilità a loro. Fino allo scoppio della pandemia, mi fermavo un paio di ore nel locale, leggevo il giornale e servivo alcune clienti storiche».
Ed è inevitabile che, con i cambiamenti sociali, anche la via sia cambiata: «Tempo fa, a frequentare via Maestra era un altro tipo di clientela. C’erano i residenti della città e, soprattutto, gli abitanti delle campagne che scendevano ad Alba. Fino agli anni Sessanta, tutto era venduto sfuso: accanto a pasta, riso, stoccafisso, tè, caffè, c’erano pure merci come acido muriatico, caglio per la caseificazione, petrolio per i lumi. Si andava in centro per fare la spesa, non per passeggiare. Oggi tutto è cambiato – per certi aspetti anche in meglio – e pure il nostro negozio si è dovuto adattare ai tempi».
Luigi è stato anche uno dei primi vespisti albesi: «Ho rilasciato la mia testimonianza ai responsabili del Vespa club cittadino, che per il prossimo anno sta lavorando a un libro sulla loro storia».
Riguardo all’Aca, conclude: «Ho visto l’evoluzione da associazione dedita a seguire i commercianti nelle loro pratiche a una vera società di servizi. Mi è particolarmente caro il periodo, negli anni Settanta, in cui io e altri soci aprimmo una cooperativa per l’acquisto di prodotti in grandi quantità e a prezzi più favorevoli».
