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Tra due anni l’Asl se ne andrà dal convitto

6.500 metri quadri e una sublocazione che risale al 2003: ora c’è la disdetta ufficiale

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di Francesca Pinaffo

IL RETROSCENA C’era da aspettarselo, verrebbe da dire, ma ora è certo: per giugno 2027 l’Asl Cn2 lascerà i locali dell’ex convitto, tra via Generale Govone e via Vida. Da ciò che trapela, l’azienda sanitaria nei giorni scorsi ha comunicato ufficialmente la disdetta dell’affitto, con 24 mesi di anticipo. Il canone non viene versato alla diocesi, che è proprietaria dell’intero immobile, ma alla Convim Srl – che fa parte dell’universo Barberis, con sede in corso Barolo –, con la quale l’Asl ha da oltre vent’anni un contratto di sublocazione.

Era l’inizio del 2000 quando si cominciava a ragionare sul trasferimento di una serie di servizi dell’allora Asl 18 nello stabile, in quegli anni totalmente da valorizzare. La ristrutturazione, a seguito di una apposita variante al Piano regolatore, era stata frutto di un accordo tra l’azienda sanitaria, la Curia e Barberis, con la sublocazione per compensare i costi dei lavori effettuati. Il primo contratto risale al 2003, per poi essere adeguato altre due volte alla luce di una serie di interventi, il primo nel 2004 e il secondo nel 2010.

Il più importante è senza dubbio il secondo, quando l’Asl prese in affitto anche lo spazio dell’ex palestra del convitto, dove fino allo scorso giugno ha trovato sede il Cup, il centro unico di prenotazione. Prima si trovava al piano terra dell’allora ospedale San Lazzaro, dove è ritornato: non nella parte di più recente costruzione, ma al piano terra dell’area monumentale.

Nell’albo pretorio dell’Asl, è presente l’elenco degli immobili in locazione passiva, aggiornato al 2024. Per gli 8mila metri quadri di via Vida, si parla di un importo superiore al milione di euro all’anno. Si tratta, tra i vari stabili, dell’importo più elevato. E la Cn2 non è certo l’unica azienda sanitaria piemontese a sborsare cifre così consistenti. Si capisce perché, alla luce di problemi economici non da poco, la Regione ha assegnato alle Asl la missione di tagliare i costi su questo fronte e di riportare i servizi in spazi di proprietà.

A maggior ragione per chi, come la Cn2, avrà due case di comunità negli ex nosocomi, sia ad Alba che a Bra, che potranno ospitare molti servizi. Si colloca in questo discorso, sotto le torri, il recente trasloco del Cup, che ha riaperto nell’area storica per un motivo chiaro: la parte “nuova” del San Lazzaro, su via Ospedale, sarà demolita per accogliere la nuova struttura, per quanto a oggi i tempi non siano ancora certi. Ma la direzione è questa e la disdetta del contratto per via Vida lo dimostra.

A confermarlo è la stessa Asl, che ha risposto alle domande di Gazzetta d’Alba con una nota: «Nell’ambito delle attività di razionalizzazione dei costi, ottemperando anche agli orientamenti indicati dalla Regione, l’azienda sta prestando particolare attenzione alla riduzione degli affitti passivi, che possono avere un impatto molto importante sul conto economico. Così si sta valutando il modo più adeguato per ottimizzare l’impiego delle strutture di proprietà, al fine di progettare al meglio gli spazi e i percorsi di cura per il prossimo futuro, sempre in modo coerente con i bisogni dei fruitori dei servizi»​​​​.

E si arriva al punto: «Per questo motivo, l’azienda ha avviato i passaggi necessari per portare a conclusione la locazione della struttura del convitto per l’estate del 2027». Si aprono così altri scenari: per quanto si tratti di un edificio privato, è anche una delle costruzioni più imponenti in pieno centro storico, che non converrà certamente lasciare inutilizzata. 

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