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Un concerto tra memoria e futuro: Cristiano De André incanta Asti

Ad AstiMusica 2025 una serata intensa di emozioni, tra i brani del padre Fabrizio e l’annuncio di un nuovo progetto per Sanremo

Un concerto tra memoria e futuro: Cristiano De André incanta Asti
Cristiano de Andrè ad Asti Musica - fotogallery Pierangelo Vacchetto

di Pierangelo Vacchetto

ASTI Una serata intensa, emozionante, intrisa di poesia e memoria. Cristiano De André è salito sul palco per uno degli appuntamenti più attesi di AstiMusica 2025 ed ha regalato al pubblico un concerto coinvolgente, un viaggio tra le parole e le melodie del padre Fabrizio, rilette con grande sensibilità artistica e personale.

Ci sono artisti che nascono con un nome già scritto nella storia. Ma c’è chi, con pazienza e tormento, decide di riscriverlo, nota dopo nota, passo dopo passo. Cristiano De André è questo: figlio d’arte, certo, ma soprattutto figlio del proprio tempo, delle proprie ferite, e della propria musica. Una voce che attraversa il tempo, un’anima che ha scelto di restare fedele alla verità della musica.

Con il “The Best Of Live Tour” – dice Cristiano de Andrè – porto sul palco alcuni brani dal vivo che ho riarrangiato nei quattro album De André canta De Andrè dedicati a mio padre. Ho scelto il meglio, secondo me, di queste mie rivisitazioni. È stato un lavoro meticoloso, fatto con grande attenzione, amore e rispetto. Mio padre avrebbe voluto fare un nuovo tour, dopo quello di “Anime salve”, con nuovi arrangiamenti per i suoi brani e pensava di dare a me il compito di farlo. Ci stavo già lavorando, eravamo ancora in tour insieme ma poi purtroppo è successo quello che sappiamo. Dopo qualche anno dalla sua scomparsa, ho deciso di portare avanti questo suo desiderio e con musicisti del calibro di Luciano Luisi, Max Marcolini e Stefano Melone, ho riarrangiato totalmente e registrato dal vivo in vari tour, una quarantina di suoi brani, pubblicandoli in quattro album che ho intitolato “De Andrè canta De Andrè”. Mi è sembrato giusto e mi sembra tutt’oggi naturale cantare mio padre, per dare anche alle nuove generazioni la possibilità di sentire ancora le sue opere dal vivo.  Con questo tour porterò sul palco il meglio del repertorio che ho affrontato finora, accompagnato dai miei inseparabili musicisti: Osvaldo di Dio alle chitarre e Davide Pezzin al basso. Alle tastiere tornerà Luciano Luisi, mentre alla batteria ci sarà una nuova energia con Ivano Zanotti.

Ha pescato nel repertorio immortale del padre reinterpretando con rispetto e personalità, accompagnato da una band affiatata e arrangiamenti curati che hanno dato nuova vita alle melodie originali, brani iconici come La canzone di Marinella, Bocca di Rosa, Il pescatore e Creuza de mä. Un omaggio sentito e struggente che ha saputo toccare corde profonde, alternando la musica alla narrazione, in un dialogo continuo con il pubblico accorso numeroso da tutta la provincia.

“Chiunque può trovare nelle opere di mio padre più di una risposta alle proprie domande – spiega de Andrè – può imparare a riconoscere meglio il bene dal male, il torto dalla ragione, a scovare l’ipocrisia e a trovare giustizia e bellezza. Oggi c’è da avere paura. Ci stanno sottraendo l’arte, la cultura, la poesia, l’informazione, le uniche possibilità di libertà e di riscatto che ci sono rimaste. Perché il potere mira proprio a questo, a dividerci e a metterci l’uno contro l’altro.  L’arte alta è difficile che possa essere scalfita dai segni del tempo. Anzi credo proprio che diventi atemporale“.

Tra un brano e l’altro, Cristiano ha condiviso aneddoti personali, riflessioni sul nostro tempo, sulle guerre che ci coinvolgono oggi e sull’eredità culturale e civile lasciata dal padre, rendendo il concerto un vero e proprio racconto in musica. Un concerto che non è stato solo spettacolo, ma racconto, intimità, memoria: ha saputo trasformare l’eredità in un percorso personale, autentico, a volte scomodo, sempre sincero.

In questo live, le parole di Fabrizio incontrano le sue, in un dialogo tra generazioni che continua a commuovere e a far riflettere, per una serata unica, dove la musica si fa memoria, lotta e poesia.

I brani di mio padre – ci racconta Cristiano de Andrè – sono ancora attuali perché danno risposte a molte domande esistenziali. Parlo dei ragazzi, certo, ma non solo. Ascoltando mio padre si può capire dove si annida l’ipocrisia, dove si cela il male, ma anche dove esistono il bene e la ragione. Ascoltarlo credo sia un’esperienza salvifica: le sue canzoni offrono indicazioni preziose. Non parlerei di un brano attuale in particolare, perché tutta la sua opera è ancora attuale. Io ho rivisitato gli arrangiamenti per dare nuova vitalità ai brani, ed era un desiderio che lui stesso mi aveva espresso. In questo percorso abbiamo lavorato con grande attenzione, evitando sonorità che potessero oscurare il significato profondo delle parole. E credo che, in questo, siamo riusciti nel nostro intento”.

Tra il pubblico era presente anche Nina Manfieri, la “Nina” di Ho visto Nina volare, conosciuta nella sua infanzia a Revignano d’Asti.

La casa di Revignano l’ho vista, ci sono stato una volta – spiega Cristiano – ma non ne ho ricordi diretti perché non ero ancora nato. Ho però i racconti di mio padre, di Nina, dei miei nonni… ricordi bellissimi, fatti di fotografie e parole che raccontavano l’atmosfera di allora. Sono cittadino onorario di La Morra e ho un legame profondo con il Piemonte. I miei nonni erano piemontesi: mia nonna di Torino, l’altra di Bra. E quindi scorrazzavo spesso da queste parti. Mentre Asti è un luogo che porto nel cuore fin da piccolo”.

Al termine del concerto, Cristiano De André si è concesso ai fan per alcune foto e ha risposto con disponibilità a una domanda sul futuro discografico: ha confermato di essere al lavoro su un progetto di inediti che – se Carlo Conti lo riterrà opportuno – potrebbe essere presentato al prossimo Festival di Sanremo.

Dopo Dietro la porta, il brano portato in gara nel 1993 a Sanremo che aveva confermato una cifra stilistica capace di fondere cantautorato, rock e impegno sociale, c’è grande attesa per questo nuovo lavoro che, con ogni probabilità, ribadirà il talento di un artista capace di camminare sulle orme del padre senza mai perdere la propria voce.

AstiMusica 2025, tra grandi nomi e nuove tendenze

Con questa apertura di alto livello, AstiMusica 2025 si conferma anche quest’anno un punto di riferimento per la musica dal vivo, con un cartellone che unisce nomi storici e nuove tendenze.

Questa sera la terza serata della manifestazione, vedrà sul palco un altro mito della musica, questa volta internazionale: Tony Hadley, ex frontman degli Spandau Ballet, che porterà ad Asti tutta l’energia e l’eleganza del pop anni ’80, con una scaletta che si preannuncia ricca di hit internazionali come Gold, True e Through the Barricades;

Tra i protagonisti attesi nei prossimi giorni:

Roberto Vecchioni, uno dei padri nobili del cantautorato italiano, con un concerto che sarà occasione di poesia, riflessione e grandi classici come Luci a San Siro e Sogna ragazzo sogna;

Coma Cose, il duo milanese rivelazione degli ultimi anni, amatissimo soprattutto dalle generazioni più giovani, con il loro stile che mescola elettronica, urban e lirismo metropolitano;

Alessandra Amoroso, protagonista del pop contemporaneo, con una carriera in costante crescita e una voce amatissima dal grande pubblico, proporrà uno show pensato per coinvolgere e far cantare tutta la piazza.

Asti Musica è ormai da ventotto anni, l’appuntamento centrale dell’estate astigiana, capace di trasformare il cuore della città in un grande teatro a cielo aperto. La qualità delle proposte artistiche e l’entusiasmo del pubblico rendono la manifestazione un esempio virtuoso di cultura dal vivo, accessibile e partecipata.

Cristiano de Andrè ad Asti Musica 2025
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