
di Andrea Olimpi
LA MORRA – Sabato 30 agosto a La Morra, come ogni anno, si è svolta la cerimonia per ricordare i 31 partigiani giustiziati nel 1944 davanti alla cascina Averame in Borgata Cerequio.
Alla commemorazione, molto partecipata dalla cittadinanza, erano presenti la sindaca di La Morra, Maria Luisa Ascheri, il sindaco di Alba, Alberto Gatto, il sindaco di Bra, Gianni Fogliato e il sindaco di Cherasco, Claudio Bogetti, insieme a diverse autorità in rappresentanza delle forze dell’ordine locali, dell’amministrazione comunale e delle associazioni lamorresi. Dopo aver reso omaggio alle vittime attraverso il ricordo e le testimonianze, una corona di fiori è stata deposta sotto la targa in ricordo dei caduti.
L’eccidio di Cerequio, avvenuto il 29 agosto 1944, fu l’epilogo di una serie di rastrellamenti condotti dalle milizie fasciste contro le brigate partigiane piemontesi che, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, avevano intensificato le azioni di sabotaggio e insurrezione nei confronti delle truppe nazifasciste.
La Borgata Cerequio fu l’epicentro di questi rastrellamenti avvenuti tra La Morra, Cherasco e Verduno.
I partigiani catturati furono portati alla cascina Averame, dove 18 furono fucilati, mentre altri 14 vennero giustiziati lungo la strada verso La Morra, nel luogo oggi denominato Piazza dei Martiri.
In totale furono 32 i partigiani catturati, 31 le vittime – tra cui due minorenni – e un solo sopravvissuto, ferito e finito sotto i corpi dei compagni uccisi: non ricevette il colpo di grazia e riuscì a salvarsi.
